La lezione di Giacomo, quando il vino merita amore e rispetto

La lezione di Giacomo, quando il vino merita amore e rispetto

di Gianfranco Quaglia

Sarebbe troppo riduttivo dire che Giacomo Moretti è stato un bravo enotecico diplomato ad Alba per poi diventare punto di riferimento di Assoenologi, la più grande organizzazione mondiale di settore. Bergamasco di Costa Volpino, sul lago d’Iseo, Moretti è stato per oltre quarant’anni protagonista discreto, ma indispensabile, nel mondo del vino italiano, e non solo. E sarebbe ingiusto non dedicargli queste righe nel momento in cui ha deciso – vincendo le pressioni per trattenerlo – di varcare la soglia dell’ufficio e aprire la porta della pensione. Ritornato a tempo pieno in famiglia, dopo quello sottratto per l’attività a favore del comparto vinicolo.

Era entrato nell’organizzazione negli Anni Settanta, voluto da Giuseppe Martelli, che sarebbe diventato storico direttore di Assoenologi, rigoroso e instancabile. Soltanto una figura come Giacomo, altrettanto tutto d’un pezzo, poteva tenergli il ritmo con una impronta quasi militare. E andare anche oltre quando era necessario. Come ha fatto Giacomo diventando l’uomo-macchina di una squadra che ha rappresentato in Italia e all’estero l’apporto irrinunciabile, il biglietto da visita in vigneto e in cantina. Assoenologi è cresciuta infatti di pari passo con la storia moderna del Vigneto Italia, da una concezione di ruralità antica a un abito più snello, imprenditoriale, scientifico. In questa metamorfosi, segnata anche da momenti drammatici (come lo scandalo del metanolo) Giacomo Moretti ha svolto in silenzio e senza mai salire sul podio il ruolo affidabile di promotore competente e intransigente. Sempre un passo indietro, ma con gli occhi e il cuore davanti a tutti. Come nei concorsi enologici (oltre trecento quelli da lui curati e svolti attivamente in tutta Italia), momenti di immagine e confronto indispensabili per il comparto vinicolo italiano che – anche grazie ad Assoenologi – si è guadagnato il primo posto nel mondo: dal Banco d’assaggio dei vini d’Italia di Torgiano a Verona Wine Top, dai Vini Rosati della Puglia al Calice d’Oro dell’Alto Piemonte. E accanto a questi l’organizzazione dei congressi nazionali della categoria, una volta l’anno, in località diverse. “Ho cercato di fare bene quello che sapevo fare, dichiarando ogni volta di rinunciare a ciò che non apparteneva alle mie competenze”. Così Giacomo, parlando di sé. Onesto, come il vino che ha sempre proposto e promosso.

Nella  foto: Giacomo Moretti al centro durante un’edizione del concorso Calice d’Oro Alto Piemonte

Moretti

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