La Lindt, il noto marchio svizzero del cioccolato, lo vuole con il latte e si oppone alla richiwsta di ricnoscimento IGP (indicazione geografica protetta) chiesta da Torino, patria del famoso cioccolatino Gandujottoche nella ricetta originale non prevede il latte. Una “guerra” dolce che divampa da settimane:coinvolti Italia e Svizzera e rischia di diventare uncaos internazionale e arriva su itavoli dellìUnione Europea.
ll presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha portato all’attenzione del Commissario europeo per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, la questione del riconoscimento.
Con loro anche il maestro cioccolatiere Guido Castagna, coordinatore del Comitato promotore del riconoscimento, e l’avvocato Antonio Borra.
L’incontro, che si è svolto in videocollegamento, era stato preannunciato al termine di un confronto organizzato dal presidente Cirio con esponenti del Consiglio regionale, i rappresentanti del Comitato e con la partecipazione telefonica del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Il commissario Wojciechowski ha ringraziato la Regione per aver segnalato questa problematica e ha assicurato che nel rispetto delle regole europee in tema di tutela delle denominazioni farà tutto ciò che è in suo potere per difendere il legame tra i marchi dei prodotti e la loro città o Regione d’origine. Alla luce delle verifiche effettuate, la Regione e il Comitato intendono proseguire nella richiesta inoltrata al Ministero, certi oggi anche più di ieri della correttezza delle proprie istanze a tutela del proprio territorio.
Durante l’incontro sono state ripercorse le tappe dell’iter di riconoscimento della denominazione, iniziato a marzo del 2022, a cui la Regione ha dato parere positivo a settembre dello stesso anno. La pratica è ora all’esame del Ministero dell’Agricoltura con l’opposizione della multinazionale che rivendica la titolarità del marchio e obietta sulla titolarità del Comitato di proteggere la denominazione con la richiesta del riconoscimento Igp. “Il riconoscimento Igp non vuole essere un marchio commerciale, ma uno strumento per garantire questa eccellenza dolciaria come patrimonio comune di tutto il Piemonte e dei cioccolatieri che vorranno seguire la ricetta autentica”, dichiara il presidente Cirio.
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