L’immagine è emblematica e questa volta non è esagerato affermare che siamo alle soglie dell’emergenza. Parliamo di siccità. A gennaio è caduta circa il 60 per cento in meno di acqua rispetto alla media e dicembre è stato il più secco da 215 anni. Comunque vada, anche se nevicasse a partire dai prossimi giorni, difficilmente si potrà disporre di una scorta d’acqua per dissetare i campi. L’Anbi (Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni), cui fanno capo i principali Consorzi, ha lanciato l’allarme: le falde sono completamente scariche, ma a preoccupare è soprattutto la mancanza di neve in montagna, quella riserva necessaria cui attingere quando sarà necessario ricorrere a bagnature e sommersioni, nel periodo di fine-primavera inizio estate. A soffrire sarà soprattutto la risaia.
L’allarme è stato lanciato dallasede di Novara dell’Associazione Irrigazione Est Sesia, dove sonostati riuniti i rappresentnati delle organizzazioni di categoria agricola di Piemonte, Lombardia e dell’Ente Nazionale Risi: erano presenti Confagricoltura di Novara, Vercelli-Biella e Pavia; Coldiretti diMilano, Lodi e Monza Brianza, Novara, Pavia e vercelli-Biella, Cia Lombardia, Piemonte, Pavia e Novara-Vercelli-Vco. Da quasi cento giorni non si registrano precipitazioni ed è facile prevedere significativi deficit di risorsa idrica a partire dalla seconda metà del mese di giugno, fino al termine delastagione estiva. Quindi, a meno di piogge ben distribuite nell’arco dei mesi estivi, le uniche fonti di risorsa idrica a sostegno delle irrigazioni della Pianura Padana saranno i volumi accumulati nei laghi prealpini, in particolare per il Lago Maggiore sarà vitale la possibilità di raggiungere in primavera la quota di invaso di +1,50 in deroga alle attuali regole che impongono per i mesi primaverili l’altezza massima di un metro rispetto allo zero idrometrico. In una nota ufficiale Est Sesia sottolinea che sarà necessario «superare i preconcetti e le riserve che spesso, fino ad oggi, non hanno tenuto nella giusta considerazione la centralità del settore agricolo irriguo rispetto agli equilibri economici, ambientali e sociali di un territorio di oltre 300.000 ettari>. In gioco c’è tutto il comparto, che interessa oltre 10 mila aziende per una superficie e un indotto di un miliardo.
IL VADEMCUM EST SESIA PER GLI AGRICOLTORI
1) Utilizzare l’acqua quando c’è
2) Ridurre al minimo il ricorso alla semina in asciutta del riso
3) Anticipare il più possibile la prima sommersione per utilizzare il deflusso primaverile (piogge e scioglimento delle nevi a bse quote)
4) Cura e preparazione delle risaie alla ”pesta” per prolungare il mantenimento del terreno in condizioni di umidità del suolo, favorendo una più rapida risommersione in caso di bisogno
5) Evitare la contemporaneità tra la prima bagnatutra del mais e la risommersione post-trattamento nel riso
6) Solidarietà tra gli agricoltori e continuo contatto con gli operatori consorziali per la gestione razionale dell’acqua
7) Trattenere il più possibile l’acqua di pioggia, compatibilmente con la tenuta degli argini di risaia
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