«Uomo semplice, costruttore di cultura e umanità». L’epigrafe, poche parole, in calce alla targa scoperta nei locali dell’Archivio di Stato di Novara, ricorda Giuseppe Amelio, prefetto di Novara e Alessandria, scomparso improvvisamente nell’estate di tre anni fa, lasciando un grande vuoto. Un amico del territorio, un uomo delle istituzioni e servitore dello Stato che amava vivere tra la gente, come ha sottolineato l’amico e collega Paolo Francesco Castaldo, attuale prefetto di Novara.
Cerimonia sobria e significativa, preceduta della Messa celebrata dal vescovo Franco Giulio Brambilla, vicepresidente della Cei, che aveva apprezzato le doti umane di Amelio e con lui condivideva slanci per il territorio e affinità culturali. L’Archivio di Stato era uno dei suoi luoghi più amati, come ha ricordato il direttore Maria Marcella Vallascas. Per questo la dedica in questi locali. Di Giuseppe, amico del territorio e della gente, hanno parlato la vedova Caterina, l’assessore alla cultura del Comune, Paola Turchelli, il sottosegretario Franca Biondelli, Stefano Ciaramella.
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