Trecento milioni di danni. Queste le prime rilevazioni del disatro che si è abbattuto sui campi in Piemonte. Riso distrutto, floricoltura in ginocchio, centinai di capi di bestiame perduti. Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale: “A fronte di questa situazione disastrosa è quanto mai necessario il riconoscimento dello stato di emergenza che la Regione ha già inoltrato poiché i danni sono davvero ingenti considerando oltre all’agricoltura anche le infrastrutture. E’ fondamentale la gestione delle acque e degli alvei dei fiumi per evitare di agire sempre e solo in emergenza, ma poter prevenire gli eventi alluvionali con una rapida programmazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del tessuto idrografico piemontese. Come anche è necessario poter dare copertura assicurativa attraverso strumenti accessibili ed allargando la possibilità di assicurare, senza costi elevati, tutte le produzioni”.
Già censiti 2850 ettari allagati per una mancata produzione di oltre 8,6 milioni di euro. Nel conto mancano ancora le spese per l’asporto dei detriti, la bonifica dei terreni e il ripristino della fertilità del suolo. Danni anche alla viabilità interpoderale, alle opere irrigue, ai magazzini e alle serre. Il presdiente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia scrive all’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa: è indispensabile il sostegno del governo nazionale per far fronte a questa difficilissima emergenza
In provincia di Vercelli la lista dei comuni già rilevati è lunga: oltre al capoluogo troviamo Albano, Asigliano, Balocco, Borgo Vercelli, Buronzo, Caresana, Caresanablot, Carisio, Collobiano, Quinto Vercellese, Formigliana, Lignana, Olcenengo, Oldenico, Arborio , Ghislarengo, Pezzana, Prarolo, Recetto, Vicolungo, Ronsecco, Rovasenda, Salussola, Villarboit, Villata, Motta de’ Conti.
A Novara Confagricoltura ha già rilevato danni a Sillavengo, Mandello, Briona, Landiona, Romagnano Sesia, San Nazzaro Sesia. Danni anche nel Torinese, a Verrua Savoia, Ivrea, Banchette, Salerano, Fiorano, Strambino, Vestignè e Vische.
Nell’Astigiano sono state danneggiate le coltivazioni nel comune capoluogo e ad Azzano, Castello d’Annone, Rocca d’Arazzo, Rocchetta Tanaro e Cerro Tanaro. Lunga la lista dei comuni colpiti in provincia di Cuneo: tutta l’alta Val Tanaro, ma anche la zona dell’Albese, con La Morra, Bra, Cherasco, Castagnito, Barbaresco, Guarene.
Il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli di Brondello, componente della giunta nazionale di Confagricoltura, insieme al direttore di Confagricoltura Alessandria Cristina Bagnasco e al presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella Giovanni Perinotti, ha compiuto una sopralluogo nelle zone danneggiate con l’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa.
“Ai danni per il mancato raccolto – spiega Ercole Zuccaro direttore di Confagricoltura Piemonte – si dovranno sommare le spese per l’asporto dei detriti, la bonifica dei terreni e il ripristino della fertilità del suolo, oltre alle spese per il livellamento dei campi, per lo scavo dei fossi e dei canali di gronda, per la riparazione o sostituzione degli impianti di irrigazione e della viabilità interpoderale. A questi costi si aggiungeranno quelli causati alle strutture: la furia del vento ha scoperchiato fabbricati, magazzini e serre, con danni pesantissimi”. Il presidente dell’Ente Nazionale Risi Paolo Carrà, dopo l’incontro con il governatore del Piemonte Alberto Cirio ha inviato una nota agli assessori di Regione Piemonte, Marco Protopapa, e Regione Lombardia, Fabio Rolfi, per sensibilizzarli sui danni verificatisi sabato scorso a seguito degli eventi alluvionali. “L’acqua, arrivata con forza nei campi, ha determinato forti allettamenti del riso che non potrà essere raccolto, mentre per quello non allettato ma totalmente sommerso dall’onda di piena, è prevedibile un notevole deprezzamento della qualità che si ripercuoterà sul collocamento finale. Anche la rete irrigua ha subito forti danni, il cui ripristino è fondamentale non solo per la futura coltivazione, ma anche per continuare a svolgere quella funzione di regimazione delle acque in eccesso, che è di interesse pubblico.”
Intznto Coldireti segnala che una famiglia di pastori di Premosello, nell’Ossola, ha visto affogare 1500 capi e addirittura uno dei loro cani da pastore. In tutte le valli ci sono problematiche: dalla Valstrona, in provincia di Verbania, dove rimangono aree ancora non raggiungibili ed isolate e dove stiamo faticando a metterci in contatto con i nostri agricoltori e allevatori, alla Valsesia, tra le più colpite, che conta diverse frane, con strade interrotte, foraggio perso, mandrie irraggiungibili e danni alle aziende. In provincia di Verbania colpito anche il settore floricolo: serre e vivai hanno danni per milioni di euro alle strutture, alle piante e ai fiori ricoperti di fango, senza contare i macchinari. Anche gli allevatori in pianura sono in difficoltà perché la mancanza di elettricità in alcune zone del Novarese ha messo in difficoltà la mungitura, mentre nel Biellese l’esondazione del Cervo ha danneggiato campi e pascoli, portando pietre e fango e rendendo i terreni inservibili.
Nelle foto: mietitrebbie semisommerse dalle acque nelle risaie del Vercellese
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