“Così non possiamo più andare avanti. E’ arrivato il momento di stringerci tutti insieme e fare pressioni su Bruxelles”. Questo il commento a caldo di Paolo Carrà, presidente dell’Ente Nazionale Risi, al termine di una giornata nera per il riso italiano. La decisione della Commissione europea di escludere il riso dal ripristino dazi sulle importazioni dalla Cambogia viene definita “incomprensibile e in aperto contrassto con le esigenze del settore in Italia e a livello europeo”, ha detto Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. “L’esclusione è stata motivata con la clausola di salvaguardia già in vigore che, però, si applica solo alle importazioni di riso Indica lavorato dalla Cambogia. E’ inaccetabile fare riferimento a questioni di carattere economico, quando è in discussione il mancato rispetto dei diritti umani e del lavoro”.
Ancora Carrà: “Purtroppo continua la necessità di difenderci da chi non riesce a comprendere la situazione e al tempo stesso faremo pressioni su tutte le forze politiche europee. Nei due prossimi passaggi, il Consiglio europeo e il Parlamento, gli eurodeputati facciano sentire la loro voce”. Ieri, intanto, L’Ente Nazionale Risi e le organizzazioni sindacali di categoria sono stati ascoltati dalla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati a Roma. Carrà e tutta la filiera hanno sostenuto che il riso deve essere inserito nell’elenco dei prodotti che dovranno pagare dazio nell’ambito della procedura di revoca temporanea dei benefici Eba (Everything but arms) per la Cambogia. “La clausola di salvaguardia – prosegue Carrà – opera ancora per due anni ed è applicata solo al riso Indica lavorato (mentre la Cambogia in questo momento sta importando anche riso japonica e semigreggio Indica). Inoltre pende dinnanzi al Tribunale dell’Unione Europea la procedura azionata dal Governo cambogiano per l’annullamento della clausola disalvaguardia”. Il presidente Gallinella e i membri della Commissione Agricoltura hanno assicurato appoggio alla filiera manifestando l’inenzione di coordinarsi con gli eurodeputati per agire nei cconfronti della Commisione europea.
Per Giuseppe Ferraris, presidente del gruppo riso di Copa-Cogeca a Bruxelles, la decisione “è un regalo della Commissione nei confronti della Cambogia. Il paradosso è che noi dobbiamo difenderci da chi dovrebbe tutelarci. Il 14 e 15 febbraio ad Arles con tutti i risicoltori europei pianificheremo una strategia comune”.
Non è ancora detta l’ultima parola. Il provvedimento della Commissione Ue potrebbe essere bloccato con la formale obiezione del Parlamento europeo e del Consiglio: è per questo che il gioco di squadra potrebbe fare la differenza. Giansanti, presidente di Confagricoltira, ricorda anche che la proposta della Comissione coincide con il via libera del Parlamnto europeo al nuovo accordo commerciale tra Ue e Vitnam, cheprevede l’importazione a dazio zero sul mercato europeo di 80 mila tonellate di riso lavorato, semilavorato e aromatico.
“La Commissione ha adottato una proposta in virtù di violazione dei diritti umani che senza alcuna giustificazione non si applicherà al riso che, nonostante le prove di sfruttamento deiu lavoratori e di altre wuestionk umanitarie, viene escluso dala lista” dice Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo.
“Con la crescita smisurata dell’importo viene affossata la risicoltura Made in Piemonte” aggiungono Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale.”
Dino Scanavino, presidente nazionale Cia: “Ora, da qui ad aprile, l’obiettivo diventa lavorare per fare in modo che il Parlamento e il Consiglio Ue modifichino la òosizione della Commissione. A Bruxelles incontrerò Sandra Galina, viocedirettore generale della DG Tradwe dela Commissione europea”.
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