di Enrico Villa
Una volta ancora nei giorni scorsi Confagricoltura di Vercelli e di Biella, presieduta da Paolo Carrà, nelle sue news periodiche è ritornata alla carica: non bisogna più perdere tempo e avviare la realizzazione della nuova diga sul torrente Sessera, in territorio di Trivero e Mosso. L’urgenza sarebbe determinata dal cambiamento degli andamenti meteorologici che ci stanno regalando discontinuità negli eventi del tempo, con carenza d’acqua e il suo contrario: cioè, disastrose bombe d’acqua che, all’improvviso, tutto distruggono in Italia e in ogni altra parte del globo. Il problema, acuto e secondo gli studiosi che nel tempo diventerà ancora più rilevante, in questi giorni è stato messo all’ordine del giorno dalle Nazioni Unite. E un contributo alla soluzione potrebbe essere dato dalle banche dell’acqua come, con felice espressione, negli anni Ottanta erano state chiamate le dighe su fiumi e torrenti per utilizzo agricolo nonché per uso civile e per produzione di energia come con i grandi invasi nel Novecento è avvenuto sia nelle Alpi Occidentali che Orientali.
Nell’agenda della Regione Piemonte è, in parte, ritornata d’attualità la costruenda banca dell’acqua corrispondente alla nuova diga che dovrebbe essere realizzata alla confluenza dei torrenti Sessera e Dolca, in sostituzione del bacino inaugurato nel 1938, allora per usi prevalentemente industriali in funzione di un’area tessile italiana straordinariamente importante. Contemporaneamente, 76 anni fa, fu anche realizzata e inaugurata la panoramica Zegna, voluta dalla famiglia Zegna e tuttora una delle infrastrutture perle del turismo piemontese. Confagricoltura insiste sulla irrinunciabile necessità di acqua regolare in pianura per usi multipli: agroalimentari, industriali e civili specialmente nella zona di Borgosesia a caratteristica industriale, di rilancio turistico in tutta l’area in compensazione economica dopo la flessione dell’industria tessile dovuta alla crisi e alla globalizzazione. E Confagricoltura annota anche che per la nuova banca dell’acqua devono essere sfruttati i tempi tecnici di realizzazione a disposizione, cioè sette, otto anni per giungere all’esercizio della diga quando il Consorzio di Bonifica di Vercelli e di Biella, progettista del grande manufatto, celebrerà i cento anni dalla sua costituzione. Anche la Coldiretti di Vercelli e Biella, presieduta da Paolo Dellarole, perora da sempre la realizzazione della diga. Il tema, fra l’altro, sarà riproposto a Vercelli il 13 ottobre all’Università Amedeo Avogadro in una giornata che, congiuntamente, Coldiretti e Università con Dellarole e Chiesa, direttore dell’organizzazione, dedicheranno all’agroalimentare e ai suoi problemi.
Però anche nel clima del cosiddetto sblocca Italia del Governo di Matteo Renzi, che con un piano di opere pubbliche dovrebbe promuovere il superamento della crisi economica, la costruenda diga sul Sessera suscita notevole diffidenza nelle popolazioni dell’area. Il progetto, presentato nel 2011, prevede un manufatto che invaserà 12 milioni di metri cubi d’acqua e con un investimento stimato di 322 milioni di euro. Rispetto alla vecchia diga di 1,27 mc/secondo, la nuova dovrebbe garantire fino a 3,35 mc/secondo. Ma i più critici, che hanno collocato la nuova diga fra le 300 realizzazioni “non nel mio giardino” censite dal Nimbi Forum presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, sostengono: la costruzione dell’invaso potrebbe devastare il territorio, alterando profondamente habitat e microclima. E per le loro tesi richiamano il saggio Verde aspra Valsessera (Biverbanca 1995, edizioni Lassù gli ultimi) nonché diverse conclusioni del Centro di Studi Biellesi, dedicati al sociale in montagna e, appunto, ai “biotesori” della Valsessera.
Una replica economico-scientifica, viene dagli studi internazionali di questi anni sull’acqua: già nel 2035 una persona su tre dovrà fare i conti con la scarsità idrica. E una soluzione al problema saranno proprio le banche dell’acqua come, forse, anche la nuova diga sul Sessera.
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