di Gianfranco Quaglia
«Parassiti con la valigia». Così li definisce la professoressa Maria Lodovica Gullino, docente di patologia all’Università di Torino e direttore di Agroinnova. Il riferimento è alla diffusione, ormai globale, degli attacchi parassitari alle colture, fenomeno dal quale l’Italia non è esclusa: basti pensare alla Xylella, il batterio che nel Salento sta decimando gli ulivi. Il tema è quindi di grande attualità e s’inserisce nella cornice di Expo 2015, il cui focus è contrassegnato dall’agricoltura sostenibile e dallo slogan nutrire il pianeta energia per la vita. Maria Lodovica Gullino, studiosa di questi problemi, è intervenuta in un recente incontro organizzato da Confagricoltura a Torino intitolato «Cibo sano cibo sicuro per tutti», propedeutico a un convegno che si terrà a Expo nel mese di luglio.
Senza nascondersi dietro paraventi o ideologie, Gullino ricorda che nel mondo un terzo della produzione coltivabile e destinata al fabbisogno umano ogni anno va distrutto a causa dei parassiti. Killer con la valigia, che ormai viaggiano da un continente all’altro, con una propagazione favorita dall’importazione globale di semi o dal trasporto di merci. Il caso delle Xylella è emblematico: sembrerebbe che il batterio sia arrivato in Italia attraverso l’import di esemplari di caffè ornamentali.
Insomma, inutile raddoppiare produzione e derrate alimentari per sfamare 9 miliardi di persone (la soglia prevista nel 2050) se un terzo viene sistematicamente distrutto dall’invasione di patogeni vegetali. Esistono casi clamorosi: la ruggine della soia causa perdite che si aggirano attorno all’80 per cento; la batteriosi del kiwi che da qualche anno sta flagellando le piantagioni made in Italy. E non sempre, come per il batterio degli ulivi, la lotta chimica si rivela efficace. Ecco perché Maria Lodovica Gullino parla di biotecnologie verdi, di modifica delle piante con l’ingegneria genetica per renderle più resistenti e contrastare i parassiti. Dibattito aperto, uno dei temi tabù, ma anche di Expo. Gullino lo vede così: «Non è corretto fare guerra agli Ogm e al tempo stesso non è corretto credere che con gli Ogm si risolva la fame nel mondo».
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