Il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà, ha incontrato a Roma il ministro delle Politiche Agricole , al quale ha rappresentato i problemi, le risorse le esigrenze della filieradel riso. Carrà ha anche rappresentato l’attività dell’ente degli ultimi anni, dando apuntamento al minsitro ep un maggior approfondimento al Centro Ricerche sul Riso diCastello d’Agogna. L’incontro, molto probabilmente,come ha dichiarato lo stesso presidente, dovrebbe svolgersi nel mese di settembre.
La situazione del settore risicolo italiano, rappresentato la ministro delle Politiche Agricole, è anche sintetizzato nell’editoriale firmato da Paolo Carrà pubblicto sul prossimo numero de Il Risicoltore. Scrive Carrà: “Il futuro che abbiamo davanti non ci permette di abbassare la guardia né tantomeno di pensare a soluzioni semplicistiche che sovente hanno più un risvolto emotivo che altro. A me piace immaginare la filiera del riso come una squadra di calcio; giocare solo in difesa o solo in attacco, rischia di far prendere un goal. Credo che il settore abbia da un lato giustamente rivendicato la necessità di una difesa attraverso la richiesta della clausola di salvaguardia e la reciprocità di regole in termini di diritti umani e fitosanitari. Dall’altro ha evidenziato la necessità di permettere al riso europeo di avere una propria indicazione dell’origine e di intraprendere un percorso di promozione. Mi fa piacere constatare che questi argomenti, contenuti nel documento di sintesi del “2° Forum sul settore del riso europeo” organizzato a gennaio a Bruxelles dall’Ente Nazionale Risi, siano oggi all’ordine del giorno dell’agenda politica nazionale ed europea. Ma non basta. Abbiamo ora il dovere di iniziare a confrontarci sulla prossima programmazione P.A.C. che purtroppo presenta non poche incognite per il nostro settore. Da più parti è dato per certo il taglio di contributi che sarà ancor più impattante se verrà abbandonato il sistema di calcolo che ad oggi ha evitato che la contribuzione fosse livellata verso il basso. Il capping, ossia il taglio orizzontale degli aiuti oltre la soglia dei 60.000 euro così come proposto dalla Commissione, se non verrà rivisto colpirà indistintamente le aziende risicole italiane. I P.S.R. richiederanno una maggiore presa di coscienza da parte delle Regioni nel cercare di omogenizzare il più possibile i bandi, evitando quelle storture interpretative che hanno creato lacci e lacciuoli agli operatori. Anche se si parla di un rinvio della programmazione P.A.C. al 2021, non facciamoci trovare impreparati. Ente Nazionale Risi, come sempre, si farà promotrice di incontri tecnici tra le parti per far sì che al riso italiano venga riconosciuta quella peculiarità che lo ha contraddistinto dalle altre colture”.
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