Almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. E’ quanto stima Coldiretti in riferimento agli incendi che hanno colpito il Piemonte, in particolare le province di Torino e Cuneo.
“Ad alimentare tali incendi sono stati diversi fattori tra cui sicuramente il vento e la siccità, ma anche l’incuria e l’abbandono dei boschi divenuti così facile preda dei piromani – commenta Gabriele Calliari presidente di Federforeste -. Il fuoco divampa tra la vegetazione secca con pesanti effetti dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità. Siamo di fronte – prosegue – all’inarrestabile avanzata della foresta che senza alcun controllo si è impossessata dei terreni incolti e domina ormai più di 1/3 della superficie nazionale. Il patrimonio boschivo-forestale andrebbe, invece, valorizzato come risorsa economica capace di produrre valore aggiunto e bisognerebbe attivare azioni preventive che in Italia, purtroppo, mancano”.
La presidente di Coldiretti Piemonte, Delia Revelli, ed il Delegato Confederale, Bruno Rivarossa: “E’ indispensabile prevenire tali fenomeni per difendere i nostri boschi, polmoni verdi del Paese e non arrivare a situazioni d’emergenza, come questa. Le nostre imprese sono fondamentali per presidiare il territorio e stanno svolgendo una importante attività collaborando con i soccorritori”.
Inganto la Giunta regionale, su proposta dell’assessore Giorgio Ferrero, ha sospeso dal prossimo venerdì, quando la delibera sarà pubblicata sul BUR, la caccia nei comparti alpini colpiti dai recenti drammatici incendi e nelle aree limitrofe. L’area interessata dalla sospensione supera i 538 mila ettari. Gli ambiti di caccia e i comparti alpini toccati dallo stop contano oltre 6.200 cacciatori, oltre un quarto dei cacciatori piemontesi.
La sospensione durerà fino al 30 novembre, con possibilità di modifica per la situazione di rischio e l’andamento climatico, per i comparti Alpini TO1 (Valli Pellice, Chisone e Germanasca), TO3 (Bassa Valsusa e Val Sangone), TO5 (valle Orco, Soana e Chiusella), CN2 (Valle Varaita) CN4 (Valle Stura).
Per le aree limitrofe a quelle toccate dagli incendi, cioè quelle dei comparti alpini TO2 (Alta Valsusa), TO4 (Valli di Lanzo), e degli ambiti territoriali di caccia TO1 (Eporediese), TO2 (Basso canavese) TO3 (Pinerolese), la sospensione varrà fino al 10 novembre.
“E’ un provvedimento urgente che abbiamo voluto assumere per non intralciare il lavoro di chi opera nelle zone degli incendi e per tutelare la fauna selvatica delle zone colpite”, spiega Ferrero. “Siamo convinti che l’eccezionalità della situazione, drammatica per la vasta area toccata e per le condizioni di rischio in cui si sono trovate migliaia di persone e i loro beni, porterà tutti noi a concorrere perché le zone colpite escano il più presto possibile dalla emergenza. Per questo sarebbe utile che l’esercizio venatorio si limitasse il più possibile già da domani”.
Il provvedimento fa seguito a quello assunto venerdì scorso, che sospendeva la caccia nel CATO3. Appena possibile le aree bruciate saranno delimitate. Lì la caccia non si potrà svolgere per i prossimi 10 anni
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