Tradizione, passione, storia, professionalità, cultura. Ci sono tutti questi ingredienti nel Vitellone Piemonte Igp, presentato nella cornice del Circolo della Stampa di Torino.
Il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta è arrivato per il “Vitellone Piemontese della coscia”, con notizia ufficiale del 23 dicembre 2016, da parte dell’Unione Europea, dopo un iter burocratico partito nel 2009 e fortemente sostenuto dagli allevatori di Coldiretti.
“La presenza della razza bovina Piemontese è stata rilevata per la prima volta nel 1886 nel comune di Guarene, in provincia di Cuneo – ha detto Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte (nella foto con l’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero) nel ricordare la storia centenaria dell’allevamento della Piemontese – Questo testimonia come sia davvero una razza storica, legata fortemente al nostro territorio che ora può trarre giovamento da questo riconoscimento ufficiale. Il marchio Igp – ha proseguito la presidente – va a tutelare un patrimonio unico Made in Piemonte, ma riconosciuto in tutto il mondo dal punto di vista della biodiversità, dell’ambiente e dell’economia”.
“In Piemonte si contano 6 mila aziende che allevano la razza bovina Piemontese con quasi 300 mila capi e 15 mila addetti. Il fatturato arriva a 500 milioni di euro e per l’intera filiera, comprendente la logistica, il trasporto, la mangimistica, la macellazione ed il sezionamento, si raggiungono quasi 800 milioni di Euro – ha spiegato Bruno Rivarossa Delegato Confederale – Dati che denotano quanto incida il comparto nel panorama dell’economia piemontese, oltre che del suo indotto, e che motivano, quindi, la richiesta che abbiamo portato avanti con anni di lavoro affinché il «Vitellone Piemontese della coscia» ottenesse l’Igp”.
Proprio sulle qualità del prodotto e sulle sue proprietà nutrizionali è intervenuto il professore in Ispezione degli Alimenti di Origine Animale, Luca Chiesa, dell’Università degli Studi di Milano-Dipartimento di Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica: “Grazie alla proficua collaborazione che abbiamo instaurato con il Consorzio di Tutela della Razza Piemontese abbiamo avuto modo di studiare ed analizzare approfonditamente, presso i nostri laboratori, questa razza per cui sappiamo che si tratta di una carne tenera, con una bassa percentuale di colesterolo e particolarmente magra”.
Stefania Grandinetti, agrichef e presidente di Terranostra Piemonte, ha ricordato l’eccellenza dela carne piemontese e la coerenza comn il territorio. Giorgio Ferrero, assessore regionale Agricoltura: “Vogliamo creare unsistxema di eccellenza, mnon noncediamo a mode del momento o tendenze populiste”. Duirante la presentzione è intervenuto anche carlo Gabetti, presidente del consorzio Coalvi.
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