Andare in Estremo Oriente e vendere il sake. Sarebbe come andare al Polo Nord e tentare di “piazzare” il ghiaccio agli esquimesi. Lo ammette Gabriele Conte, “brand evangelist”, uomo di marketing, responsabile dell’azienda agricola “gliAironi” di Lignana (Vercelli): con il tecnologo alimentare Michele Perinotti ha lanciato “Nero”, il primo sake italiano al mondo che nasce dalle risaie vercellesi e dai luoghi della miscelazione torinese per comnquistare i mercati internazionali. Una sfida possibuile, grazie alla tenacia e alla pazienza di Gabriele, che nei giorni scorsi è stato nel Sud della Cina dove ha presentrato il prodotto e messo le basi per un’avventura che ha quasi dell’incredibile, ma possibile perchè non a caso il sake Made in Italy nasce dal riso nero integrale Penelope che – come dice il nome – sa tessere la tela e attendere. “La preparazione di questo innovativo esempio di sake itlaiano – spiega Gabriele Conte – prende soltanto ispirazione da quella orientale, ma poi si italianizza attraverso il processo di fermentazione che avviene grazie ai lieviti della birra attentamente selezionati. Un omaggio agli storici birrifici piemomntesi che a inizio ‘900 hanno fatto di Torino una delle capitali europee di questa bevanda. Le contaminazioni non finiscono qua: Nero prende a modello anche un’altra specialità torinese come il vermut, liquore considerato per anni nicchia ma tornato ora alla ribalta proprio grazie all’arte della miscelazione”.
Non è l’unica novità. A “gliAironi” è stato creato anche “Nebbia”, è un riso Carnaroli affumicato al legno di ciliegio. Ogni chicco viene affumicato almeno per 14 ore e una temperatura costante e lasciato riposare per altre 24 ore dopo la fase di affumicatura, in omaggio allo “smoky taste”, la tendenza enogastronomica che sta andando forte.
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