Un piatto di risotto giallo servito sulla Terrazza Martini, da cui si gode la vista sullo skyline di Milano, i grattacieli e il Duomo. potrebbe essere questo il simbolo del riso italiano a Expo. L’Ente Nazionale Risi, con il commissario Paolo Carrà e il direttore generale Roberto Magnaghi, ci crede molto. Ci puntano anche le 51 aziende risiere (alcune anche agricole) che saranno presenti nel padiglione di Cibus è Italia-Federalimentare. E ci crede il viceministro delle Politiche Agricole, il piemontese Andrea Olivero, intervenuto alla presentazione del progetto che Ente Risi ha realizzato in collaborazione con cCamere di Commercio e alcune Province dei territori risicoli italiani. <La tutela del riso made in Italy con le barriere di salvaguardia contro le improtazioni è importante. Ma la vera grande tutela – ha detto – è dimostrare che il nostro prodotto vale e non deve essere confuso come commodity. Stiamo vivendo una concorrenza durissima, ingiusta, scorretta, ma abbiamo necessità di rendere consapevoli i consumatori itlaiani e stranieri dell’unicità della nostra produzione. In nessuna partedel mondo esistono risaie sotto le montagne come quelle italiane. E qui non c’è solo risotto, ma anche cultura popolare, investimenti strategici nella ricerca. In Expo vogliamo mostrare questo grande aspetto di innovazione. Oggi il riso ha conquistato a livello europeo apprezzamento molto forte, tanto che gli è stato riconosciuto il greening di diritto, perché chi coltiva riso ha realizzato la sostenibilità come parte integrante della proprio impresa. L’obbietivo sarà il rafforzamento dell’identità del riso italiano, mi auguro che il 2015 sia ricordato come l’anno di nascita del vero riso italiano>.
<Al pari di pasta e pizza – dice Carrà – il riso deve avere una sua connotazione, essere considerato prodotto d’eccellenza dell’agroalimentare, nel momento in cui la competizione straniera è molto forte. La nostra presenza a Expo avrà un taglio molto pragmatico, le 51 aziende rappresentano il 70 per cento del commercializzato in Italia e faranno conscere ai consumatori italiani e stranieri la versatilità e la salubrità del nostro prodotto>. E non solo risotto. Carla Ceriotti, dell’omonima riseria di Novara (oltre ottant’anni di attività) ricorda che il riso italiano è fatto anche di varietà utilizzate per farine, cracker, soffiati: <Ma tutte hanno bisogno di essere salvaguardate pe non esser confuse con varietà straniere>.
<Ci piace che il riso sia considerato protagonista del cambiamento del nostro Paese, per noi Expo sarà il momento del Rinascimento>. Così Roberto Magnaghi, direttore generale dell’Ente Risi, che ha illustrato la partecipazione dell’Ente Risi nel Padiglione Federalimentare: un percorso interattivo, ncon i visitatori che video che illustrano la storia e l’evoluzione stagionale della risaia, la laovraizone, la cultura, la gastronomia. Possibilità di interagire con le aziende, il consumatore interessato potrà catturare tutte le info aziendali tramite il QRCode con il proprio telefonino per poi approfondire a casa le conoscenze delle aziende visitate virtualmente (ed anche copiare le ricette dei risotti).
Sei le serate a tema, sulla terrazza del Padiglione, con la conduzione di Patrizio Roversi. Antonio Cellie, ad di Fiere di Parma: <Il riso rappresenta un caso del made in Italy virtuoso. Per sei mesi la filiera risicola avrà la possibilità di attrarre compratori da tutto il mondo e usare Expo come hub per portare turisti e consumatori sul territorio>.
You must be logged in to post a comment Login