Piacerebbe ad Adriano Celentano l’iniziativa organizzata per l’11 novembre a Bologna, nell’ambito di Eima, l’esposizione internazionale di macchine per l’agricoltuira e il giardinaggio. Assosementi, Assoverde, il Consorzio Italiano compostatori e Verde Editoriale, hanno promosso il convegno “Il prato, natura in città”, primo appuntamento della campagna “Prato in comune”. Piacerebbe al molleggiato, lui che qualche anno fa, nel “Ragazzo della via Gluck” cantava: “Là dove c’era l’erba ora c’è una città e quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà”. E sicuramente rivedrebbe il testo, felice di aver colto nel segno e del ripensamento in atto.
Dopo l’abbuffata di cemento il verde sta rientrando in città dalla porta principale. Di tempo ne è passato, ma i fili d’erba spuntano ora anche sui tetti, sui balconi e sui terrazzi, non fosse altro che per quell’ortomania spinta da Michelle Obama che si sta diffondendo in tutto il mondo. Anche da noi, giardini e orti improvvisati, come i loro cultori e coltivatori dalle mani protette con i guanti colorati, per salvarsi dai calli. L’appuntamento di Bologna intende sottolineare il valore aggiunto offerto dai prati naturali alla collettività urbana, diffondendo la cultura della sostenibilità economica e ambientale dei tappeti erbosi naturali in città. Prevista anche la premiazione di “I mille volti del prato”, concorso fotografico con l’obiettivo di rappresentare uno spaccato delle diverse relazioni che si possono instaurare con il prato in città, indagandone gli aspetti emozionali, tecnici e paesaggistici. Chiamati a parlarne studiosi, docenti universitari, esperti del settore, a dimostrazione che il prato in comune è un patrimonio non solo paesaggistico, ma anche un investimento economico, urbanistico, vitale per l’equilibrio psico-emotivo di chi è costretto alla quotidianità fra le mura della città.
Sicuramente una rivincita per quel ragazzo della via Gluck, che per anni ha sperato di tornare in città a giocare a piedi nudi sull’erba.
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