Il futuro è ibrido. Un seme caratterizzato da una genetica evoluta che lo rende molto produttivo, vigoroso e resistente. Stiamo parlando di riso, il cereale che cresce nei campi sperimentali di Sa.Pi.Se. (Sardo.Piemontese.Sementi) di Sali Vercellese, dove il direttore generale della cooperativa, Carlo Minoia, con i suoi più stretti collaboratori (Diego Greppi e Simone Zanazzo) ha presentato le nuove linee agli operatori commerciali del settore: “Stiamo lavorando a nuove tecnologie in collaborazione Rice Tec e Adama attraverso il sistema Fullpage, in grado di massimizzare il rendimento del raccolto e ridurre al minimo l’impatto delle malerbe. E’ necessario che le aziende entrino in un’ottica diversa: dobbiamo creare rotazioni perché le tecnologie a lungo utilizzate possono creare resistenze”. Da qui le sperimentazioni e le prove in campo per creare alternative con linee ibride in grado di sviluppare ulteriore resistenza alle malattie. Durante la visita e le prove dimostrative sono state presentate le parcelle prodotte con le sementi Ecco975 FP, Ecco985 FP, Ecco63, Ecco365. Con una caratteristica: ciclo medio-precoce o medio. Piante definite “sostenibili”, con ottima capacità di competizione con le infestanti.
Sa.Pi.Se. , cooperativa agricola, è composta da 15 soci, piemontesi e sardi. Costituisce, coltiva, seleziona e commercializza seme di riso certificato; è dotata di tre impianti di selezione sementi (due in Piemonte, a Trino e Collobiano; uno in Sardegna, a Oristano). Gestisce la filiera di produzione del riso Venere. Il centro ricerca e sviluppo, nato a Sali Vercellese, oggi ha sede a Borgo Vercelli nella cascina Acquarosa. Presidente della cooperativa Elisabetta Falchi, vicepresidente Claudio Cirio.
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