«Il 50% del cibo prodotto nel mondo sparirebbe se non ci fosse la chimica». Parola di Giorgio Basile, presidente di Isagro, la società italiana nata a Novara in via Fauser e specializzata nella produzione di agrofarmaci. Fatturato di circa 150 milioni di euro (dei quali circa l’80% realizzati all’estero in oltre 70 Paesi), Isagro ha inaugurato il nuovo centro ricerche proprio a Novara, 9400 metri quadrati, di cui 2250 di laboratori, 1370 di serre, 750 di sito produttivo. Il centro sorge su un’area storica pe rla chimica italiana, quello dell’ex istituto Donegani. Quotata in Borsa, Isagro è l’unica società italiana a fare ricerca di nuove molecole si definisce uno «small global player», piccola per le dimensioni rispetto ai grandi player che svolgono ricerca innovative di nuove molecole; ma globale perché l’estrazione di valore deve per forza avvenire in tutto il mondo.
Nel centro ricerche novarese si studiano nuovi prodotti avanzati che, nel rispetto dell’ambiente, possano difendere l’agricoltura. «Senza gli agrofarmaci – dice il direttore ricerche Luca Fusarini – l’agricoltura avrebbe una perdeta neta del 40 per cento. Nel mondo il mercato degli agrofarmaci è di circa 56 miliardi di dollari». I principali prodotti di Isagro: fungicidi, erbici, insetticidi. Oltre al Centro ricerca di Novara, gli altri stabilimenti itlaiani si trovano a Galliera, Adria, Aprilia, Bussi. E in India, a Panoli. Complesivamente i dipendenti sono 600.
You must be logged in to post a comment Login