“Il bosco è il nostro petrolio. Un pozzo di petrolio a cui tutti possiamo attingere”. E’ il messaggio di Marco Bussone (foto)presidente Uncem (Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani), intervenuto al Congresso nazionale di selvicoltura che si sta svolgendo a Torino. davanti agli oltre 500 delegati arrivati da tutta Italia, Bussone ha richiamato l’attenzione su un patrimonio mai così vilipeso come in questi giorni, dopo l’ondata di maltempo che ha distrutto milioni di alberi. “Lo sviluppo della montagna – ha proseguito – passa dal nostro capitale forestale costituito da 12 milioni di ettari di territorio. E’ una grande sfida che noi abbiamo tra le mani, dobbiamo difenderlo a cominciare dalle leggi e dall’eliminazione della burocrazia”.
Uno dei principali nemici della sopravvivenza della montagna e, quindi di una gestione del territorio e anche dei boschi, è rappresentato dalla frammentazione fondiaria: Bussone cita il “Caso Piemonte” con cinque milioni di particelle catastali. “Una vera e propria emergenza – aggiunge – che complica il manteninento e il governo territoriale, rendendo i boschi esposti a incendi e altre calamità. Occorre superare questa condizione. E allora è necessario che il Governo e lo Stato intervengano con una strategia vera, non possiamo dispore di una lege forestale senza risorse”. Il presidente Unicem indica anche vie alternative: lavorare di più sul ricorso al pubblico-privato. Insomma, sveltire le procvedure, superare quegli ostacoli legislativi che si frappongono al mantenimento e alla valorizzazzione del “petrolio bosco”. Infine – ricorda Bussone – non trascurare i fondi europei, attraverso magiori dotazioni dei Psr (Programma di sviluppo rurale).
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