di Gianfranco Quaglia
Sono i baluardi e gli alfieri del Made in Italy della pasta. Quelli che gli gnocchi, le tagliatelle, i cappelletti, gli agnolotti alla piemontese o i “tajarin” li fanno ancora come “faceva la nonna”. Con un valore aggiunto: capacità manageriale, marketing, posizionamento sui mercati italiani e stranieri, presenza nella grande distribuzione. I pastai del Terzo Millennio non hanno abdicato alla tradizione: tengono alto il filo che li lega al territorio, ai prodotti della regione e talvolta anche solo del circondario. Ma all’ombra dei giganti del settore, quelli che la pasta la producono ogni giorno a tonnellate e sono protagonisti degli spot televisivi, avrebbero rischiato di scomparire o essere emarginati, cancellando decenni di storia. “La nostra categoria era sul punto di essere affossata” racconta Fabio Fontaneto, “re degli agnolotti”, stabilimento a Fontaneto d’Agogna (NO), dinastia di pastai. “Per questo alcuni anni fa abbiamo deciso di metterci insieme e fare quadrato per collocarci con una nostra spcificità sul mercato”. Così Fontaneto è diventato presidente di Appafre (Associazione produttori pasta fresca della piccola e media impresa”, che fa capo a Cna (Confederazione Nazionale Artigianato (Piemonte Nord).
Gli epigoni della pasta fresca, che hanno racolto il tstimone di genitori e nonni, oggi sono una trentina in tutta Italia. Associati ad Appafre, segretario Virna Soncin di Novara, promuovono un settore che ha sbochi in più canali di distribuzione: dai privati ai ristoranti alla grande distribuzione nel bancodel fresco, al take away ai negozi. I punti vendita più a contatto con il pubblico, l’antitesi del prodotto industriale. “Sarebe improprio parlare di cifre- aggiunge Fontaneto -. noi puntiamo suilla qualitò e l’ecellenza. Questi sono i nostri punti di forza, che ci caratterizzano rispetto alla produizione industrilae e tradizionale. La clientela che si rivolge a noi sa di acquistare e consumare un porodotto fresco, realizzato secondo canoni antichi, ma al tempo stesso garantito al massimo da un’attenta osservanza delle norme igieniche e sanitarie. E soprattutto è un prodotto localizzato, il vero chilometro zero: la pasta fresca si avvale di ingredienti che appartengono al territorio d’origine delle stesse aziende produttrici. Insomma rppresentiamo un legame con il territorio e le tradizioni. L’associazione è nata per tutelare gli interessi dei pastai italiani in campo nazionale e internazionale, promuovere lo studio di leggi e decreti, divulgare ai soci informazioni su iniziative legislative e fornire istruzioni specifiche su modalità di applicazione delle norme vigenti per le paste fresche. Appafre è uno strumento di supporto per la partecipazione a convegni e fiere, come è avvenuto recentemente a Tuttofood”.
Il lavoro svolto negli ultimi anni ha consentito di diventare un autorevole interlocutore del Ministero delle Attività Produttive. L’affiliazione a Confederazione Nazionale artigianato ha ulteriormente rafforzato il potere contrattuale e la visibilità di Appafre più volte invitata a partecipare a trasmissioni televisive. Il presidente Fabio Fontaneto, oltre a essere uno dei soci fondatori, è membro della direzione nazionale CNA agroalimentare, assieme ad altri soci pastai di Appafre.
Nella foto: Fabio Fontaneto con Virna Soncin
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