La ministra alle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, ha costituito una task force specifica per affrontare il tema della moria del kiwi, attaccato da una batteriosi che sta causando gravi danni a una specie frutticola di fondamentale importazna a livello nazionale. Il Piemonte è fra le regioni più colpite d’Italia, ma nella comunicazione la ministra si è dimenticata di citarlo. Così l’assessore all’Agricoltura del Piemonte, Marco Protopapa, scrive a Teresa Bellanova: “Se l’Italia e la Nuova Zelanda sono annoverate tra i maggiori produttori mondiali, a livello nazionale il Piemonte ed il Lazio sono le due regioni in cui la coltivazione del kiwi si è nel tempo maggiormente affermata. Le conseguenze della batteriosi prima e, successivamente, della moria, hanno messo a dura prova le aree frutticole piemontesi”. L’assessore specifica che si intende parlare di aree e non di aziende agricole perché la progressiva diminuzione della superficie investita a kiwi, oltre a causare enormi danni ai produttori, ha determinato conseguenze nefaste anche in riferimento agli impianti di lavorazione e condizionamento su cui avevano investito cooperative, organizzazioni dei produttori ed operatori commerciali, che nel complesso avevano dato origine ad un vero e proprio “Distretto del kiwi”.
Nella lettera si sottoline come la Regione Piemonte è da anni fortemente impegnata a sostenere con risorse proprie progetti finalizzati ad individuare una soluzione tecnica al problema della moria. Progetti che sono stati realizzati in collaborazione con le più importanti istituzioni tecnico-scientifiche che operano nel comparto frutticolo a livello regionale e nazionale. A tale proposito è stata anche attivata una misura di intervento economico a sostegno delle aziende costrette ad estirpare gli impianti colpiti da questa grave patologia.
Per tutte queste ragioni l’assessore all’Agricoltura del Piemonte richiede il massimo coinvolgimento del Piemonte in tutte le iniziative che saranno intraprese per la soluzione di un problema che sta particolarmente a cuore all’Amministrazione, rimarcando che i danni subiti dai produttori piemontesi non sono meno gravi di quelli lamentati in altre aree del Paese, tanto da essere dimenticati.
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