I campi del Piemonte assediati dall’ondata di maltempo

I campi del Piemonte assediati dall’ondata di maltempo

maltempo1maltempo2maltempo3maltempo4maltempo6maltempo7Cinquecento millimetri di pioggia caduti in poche ore su alcune zone circoscritte del Piemonte. Ponti crollati, paesi isolati e senza corrente elettrica, campi e strade allagati, frane in montagna e in collina. La Regione ha diffuso un primo elenco delle aree maggiormente colpite: basso Alessandrino, Biellese, Vercellese, Canavese, Valsusa e nelle zone montane del Verbano-Cusio-Ossola. E’ stato inoltrato al Governo la richiesta di stato di emergenza.

“Siamo vicini alle famiglie delle vittime e ci dispiacciamo che ancora una volta, nonostante le previsioni fossero chiare da alcuni giorni, non si sia potuto fare nulla per evitare il problema” ha dichiarato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte: “Questo dimostra in modo inequivocabile che, aldilà del cambiamento climatico in atto, occorre investire in modo deciso sulla prevenzione, più che sull’emergenza”.

Nell’Alessandrino le aree interessate sono quelle lungo il Bormida (Cassine), del Casalese dove a Terranova il Sesia ha inondato i campi già seminati ed alcuni in vegetazione, e dell’Acquese.

“Il bilancio per l’agricoltura è pesante, l’annata agraria potrebbe essere pesantemente compromessa – ha dichiarato Lella Bassignana, direttore di Confagricoltura Piemonte – Il censimento dei danni delle produzioni agricole è appena iniziato: i dati relativi alla superficie sono inevitabilmente destinati a salire”.

 Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha stanziato 5 milioni di euro, prelevati dal fondo di riserva, come primo intervento di somma urgenza per consentire il ripristino dei danni ma auspica che ulteriori somme vengano destinate, senza troppi intoppi dovuti alla burocrazia, al ripristino delle aree svantaggiate.

La Federazione degli imprenditori agricoli piemontesi ha ribadito che servono programmi cogenti di manutenzione dei corsi d’acqua per mettere in sicurezza intere aree, prevenendo dissesti idrogeologici ed eventi come quelli degli ultimi anni, che ogni anno causano vittime e perdite ingenti alle imprese e all’agricoltura.

“La causa principale è da ricercare nel consumo di suolo, una battaglia che Coldiretti sta portando avanti da anni per accelerare l’approvazione della legge che giace da tempo in Parlamento e che invece potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia proprio per proteggere il territorio. Ora, proprio la riduzione del consumo del suolo è tra gli interventi indicati ai Paesi membri dalla proposta della Commissione per una ‘direttiva sul monitoraggio e la resilienza del suolo’ su cui è stato raggiunto un accordo politico tra il Parlamento e il Consiglio il 10 aprile. Un passo avanti a tutela del territorio e delle aree svantaggiate – spiegano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. I nostri tecnici sono al lavoro per quantificare con più precisione i danni e fornire assistenza alle imprese danneggiate”.

Questi i dati registrati da Est Sesia, il maggior consorzio irriguo italiano: il Lago Maggiore ha raggiunto una portata di afflusso superiore ai 3.700 m3/s, un dato che è tra i massimi storici. Il Po ha raggiunto una portata di poco inferiore ai 2.000 m3/s. La Dora Baltea ha una portata di 1600 m3/s, e alla traversa di Mazzè la sala macchine e gli uffici sono stati parzialmente allagati. Il fiume Sesia a Borgosesia ha raggiunto il livello di 7,5 metri, ben oltre alla soglia di pericolo fissata in 6,30 metri, con esondazioni nel Comune di Borgovercelli.

Il personale dell’Associazione, dagli uffici operativi agli operatori sul territorio, sta fronteggiando al massimo delle sue forze e competenze, monitorando le varie criticità rimanendo in costante contatto con Prefetture e Sindaci e a loro supporto, commenta il direttore di Est Sesia Mario Fossati. L’afflusso alla rete di Est Sesia è stato ridotto al minimo già da un paio di giorni, per consentire lo smaltimento delle acque dei bacini idrografici che scaricano nelle nostre rogge, per prevenire e affrontare quella che dai modelli appariva sin da subito come una concreta situazione limite”.

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