Potrebbe aprirsi uno spiraglio per le sorti della risicoltura italiana, stretta fra il calo dei prezzi e l’assillo delle importazioni dal Sudest asiatico. Giovedì 13 il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ha convocato un Tavolo a Roma con tutti gli esponenti della filiera. In questa sede il responsabile del dicastero sicuramente riferirà del clima e del rapporto amichevole che si sono cementati con il commissario europeo all’Agricoltura, l’irlandese Phil Hogan, con il quale ha condiviso alcuni giorni al Vinitaly. Al punto che Martina, salendo sul palco dell’auditorium della per l’inaugurazione, ha sempre chiamato e ringraziato il commissario, in prima fila, rivolgendosi a lui semplicemente con il nome, cioè Phil. Fra gli argomenti affrontati nelle giornate di Vinitaly, ovviamente, anche il futuro della Pac post 2020, sulla quale Hogan ha confermato il suo impegno: “Vi assicuro che metteremo la qualità del cibo al centro, continueremo a fornire un meccanismo di sostegno”. Il ministro, in particolare, ha chiesto al Commissario anche un’azione forte a sostegnpo della filiera risicola, troppo penalizzata dall’ingresso a dazio zero dalle produzioni dei Paesi meno avanzati. E su questo punto Hogan si è impegnato ad approfondire la questione per dare risposte concrete.
In generale il ministro Martina ha riocordato le priorità per l’Italia a partire dal raforzamento ed estensione del modello dele organizzazionio comuini di mercato ad altri settori, attraverso un terzo pilastdro dedicato. L’obiettivo è dotare di strumenti più forti le filiere, guardando anche al successo di questo modello nel comparto vitivinicolo. Servirà uja nuov Pac più semplice, con strumenti diretti di gestione del rischio che rispondano meglio alle esigenze di tutela della biodiversità degli agricoltori italiani in particolare. Sul fronte dello sviòuppo rurale Hogan ha annuncioato un pacchetto di iniziative di seplificazione, ribadendo l’importanza per le piccole e medie imprese della piataforma italiana multiregionale di garanzia lanciata per la prima volta in Europa, cpon quasi mezzo miliardo di investimenti Ue e nazionali.”L’agricoltura – ha aggiounto Martina – produce beni pubblici fondamentali per tutti i 500 milioni di cittadini europei e sarà un elemento chiave anche per raggiungere glòi obiettivi sostenibili 20230. Ecco perché è necessario proseguire negli investimenti sul settore e valorizzare i lavoro delle imprese, sul fronte della resilienza, della sostenbilità e della qualità”.
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