La Cambogia adesso si preoccupa delle preoccupazioni avanzate dai risicoltori italiani in mrito alle esportazioni di cereale in Ue a dazio zero. Teme che le rivendicazioni dell’Italia e le richieste di limitare la valanga di riso verso l’area comunitaria possano porre un freno a una tendenza che ormai va avanti fda anni, e possa ripercuotersi sull’economia agricola cambogiana. L’ultimo, recente invito dell’Italia a Bruxelles è quello del direttore dell’Ente Nazionbale Risi, Roberto Magnaghi: si rivolgeva alla Commissione europea affinché si attivasse per fermare le importazioni di riso lavorato dai PMA (Paesi mano avnzati). Ora la reazione: l’amministratore delegato della Amru Rice, Song Saran, ha dichiarato che l’intera filiera risicola cambogiana subirebbe un tracollo se la Commissione europea dovesse accettare la richiesta italiana di ripristinare i dazi doganali sul riso proveniente dalla Cambogia.
Saran ha invitato il proprio Governo a discutere con l’UE circa la tipologia di prodotto che può essere esportata verso l’Europa a condizione che non vengano intaccate le attuali quote di mercato detenute dagli operatori cambogiani.
Saran ha aggiunto che la richiesta italiana costituisce una grave minaccia che arriva in un momento cruciale per la filiera cambogiana che ha chiesto al proprio Governo 30 milioni di dollari di prestito per sostenere la produzione agricola e 200 milioni in riduzioni tariffarie sull’elettricità per sostenere l’industria risiera
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