Golpe sventato all’Onu Niente semafori rossi per olio e formaggi italiani

di Gianfranco Quaglia

L’Italia è riuscita a sventare il “golpe” contro la Dieta Mediterranea. Questa volta con un gioco di squadra a tutto campo, nell’ambito delle Nazioni Unite, dove altri Paesi (in particolare con una mozione di Francia, Brasile, Norvegia, Indonesia, Sudafrica, Thailandia e Senegal) proponevano l’introduzione delle cosiddette etichette a semaforo, sistema grafico già adottato da alcuni Stati (tra cui Regno Unito e la stessa Francia) per sconsigliare l’acquisto di prodiotti contenenti troppi grassi, zuccheri o sodio. Azione apparentemente ineccepibile se non fosse che nella “black list” erano comprese eccellenze dell’agroalimentare italiano, come il parmigiano, l’olio extravergine d’oliva, alcuni prodotti dolciari. Come dire: gli alfieri di quella Dieta Mediterranea che nel 2010 l’Unesco aveva inserito nella lista dei Patrimoni culturali immateriali dell’Umanità definendola “un insieme di competenze, conoscenze, riti, simboli e tradizioni, che vanno dal paesaggio alla tavola”. 

Un ribaltamento totale di affermazioni scientifiche e mediche, evidentemente sotto la pressione di interessi economici, finito all’Assemblea Generale dell’Onu, dove pochi giorni fa è avvenuta la votazione finale. Il verdetto ha stabilito che quei prodotti non sono dannosi per la salute, anzi. Ma per arrivare a questo risultato l’Italia ha dovuto schierare tutte le forze diplomatiche: Ministero delle Politiche Agricole e del Turismo, Ministero dello Sviluppo Economico, degli Esteri e della Cooperazione internazionale. Dice il ministro Gian Marco Centinaio: “Abbiamo chiesto a tanti Stati di appoggiare la nostra posizione, riuscendo a sventare quello che sembrava un vero e proprio attacco per mettere in difficoltà i prodotti tipici del nostro Paese”.

“Non ci saranno bollini neri, tasse discriminatorie né semafori penalizzanti. La corretta informazione dei consumatori deve poggiare su basi scientifiche e non su intreressi di parte. Il sistema agroalimentare italiano, con i ministri Centinaio e Moavero è stato adeguatamente tuelato” dichiara Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.

 

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