di Gianfranco Quaglia
Cominciamo dal contenitore: una costruzione avveniristica, in legno di larice, realizzata da Wolf System (Giovanni Cavarretta, progetto dell’architetto Mauro Piantoni), sulla collina di Mezzomerico (Novara). Enrico Crola, giovane titolare fondatore dell’omonima azienda vitivinicola, l’ha voluta così, nel rispetto del minor impatto ambientale e uno sguardo al domani. La Cia (Confederazione italiana agricoltori) con il suo presidente del Piemonte Gabriele Carenini e Manrico Brustia, alla guida di Novara-Vco-Vercelli-Biella, l’ha scelta per l’assemblea regionale, con un titolo che rispecchia il luogo: “Innovazione in agricoltura, il futuro è adesso”. Un confronto a tutto tondo, la narrazione di progetti già sperimentati, altri consolidati. “Noi siamo per la giusta tecnologia che serve a migliorare il lavoro – ha detto Carenini – ma è bello innovare quando tutti hanno la possibilità di accedere”. Chiaro messaggio alla politica e alle istituzioni. Su queste colline, dove si producono Nebbioli, spumanti, Uva rara, Vespolina, uva fragola, con l’aria che scende dal massiccio del Rosa si respira insieme il vento del futuro e il buonsenso. Con le opportunità da cogliere, tutte a portata di mano, anzi nel palmo di una mano perché – come ha illustrato Matteo Vanotti, fondatore di Xfarm (sedi a Valmacca nell’Alessandrino e a Lugano), l’agricoltura che ci attende è già arrivata e può essere racchiusa o sublimata sullo “screen” di un iphone, permettendo il controllo a distanza del vigneto, della risaia, di una coltivazione orticola. “In Italia soltanto il 4 per cento delle aziende agricole usano strumenti digitali – sottolinea – Noi cerchiamo di superare questo gap, abbiamo realizzato una piattaforma che può essere gestita anche con il cellulare: l’agricoltore monitora in tempo reale il quaderno di campagna, il meteo, il magazzino dell’azienda. Da remoto si può conoscere anche il livello dell’acqua e la temperatura attraverso sensori posizionati nella risaia, controllare le chiuse dei canali. Già duemila aziende italiane fruiscono di questi sistemi che consentono un risparmio idrico del 50%. Abbiamo realizzato progetti di tracciabilità dei prodotti, in particolare per riso, vino e grani antichi”.
Di agricoltura 4.0 e “Internet delle cose” ha parlato Stefano Francia, presidente nazionale Agia (Giovani agricoltori Cia); Patrizia Borsotto, ricercatice Centro Politiche e bioeconomia rete rurale nazionale Crea, ha illustrato il Piano nazionale strategico e la futura Pac.
Giorgio Ferrero, assessore all’agricoltura della Regione Piemonte: “Occore avere il coraggio di non stare sul forte, ma di innovare sempre. Dobbiamo colmare il divario digitale, la possibilitò di avere la banda larga cambierà prospettiva per tutti gli agricoltori”. Sul fronte della semplificazione Ferrero ha aggiunto che “la Regione ha abrogato 35 leggi presenti ma non attive. Anche per il Psr abbiamo compiuto passi notevoli soto il profilo dei pagamenti. Soltanto il Veneto ci supera nella tempistica dei pagamenti, noi siamo la seconda regione in Italia”.
Manrico Brustia: “L’innovazione ci è arrivata in aiuto per migliorare le rese produttive e comprimere i costi, ma innovazione significa anche investimenti e formazione, avere la banda larga”.
Infine il presidente nazionale Dino Scanavino: “L’approccio nei confronti della tecnologia sia critico e giusto, perchè dipende dalle condizioni economiche e dalla formazione. E’ necessario trovare competenze e capacità politiche per dare un quadro dall’innovazione, considerando l’impatto sociale e socio-economico sulle aree rurali. Pensiamo ai giovani, può far bene l’isolamento fisico, non quello mentale, non dimentichiamolo. Insediare un’azienda dove non esiste banda larga è impossibile. La presenza degli agricoltori nelle aree rurali dipende spesso anche dalle possibilità e dalla divulgazione delle conoscenze. Ad esempio pensiamo agli interventi, come i terrazzamenti nelle Langhe, in quei vigneti con pendenze del 30-35%. Per superare il problema della mancanza di trattoristi specializzati e i costi in futuro si dovrà ricorrere alla robotica: piccoli robot che potranno sostituire il lavoro dell’uomo e mantenere quei terrazzamenti indispensabili anche per l’assetto idrogeologico”.
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