Non esistono problemi per lo svolgimento dell’attività agroalimentare dopo l’ultimo Decreto contenente misure urgenti per contenre il Coronavirus. Lo ricorda l’assessorato all’agricoltura della Regione Piemonte, per dissipare dubbi e interpretazioni fuorvianti. L’art.1, al punto 4, chiarisce infatti che “resta garantita, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie – l’attività agricola, zootecnica e di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi“.
Pertanto, in questo periodo, non sono previste particolari limitazioni al normale svolgimento delle attività agricole stagionali (preparazione dei terreni, semina, potatura e gestione degli impianti arborei) e di quelle relative agli allevamenti (conduzione superfici foraggere, pascolamento, distribuzione reflui, governo e cura dei capi zootecnici).
Il Decreto non prevede altresì limitazioni allo svolgimento delle attività inerenti alle filiere agro-alimentari, assicurando quindi una continuità dei conferimenti e delle forniture, da parte delle aziende agricole alle imprese di trasformazione agro-alimentare, e il mantenimento dei flussi produttivi di alimenti.
Infine è assicurata la conservazione delle relazioni commerciali con le imprese fornitrici di beni e servizi alle aziende agricole e agro-alimentari.
Nei giorni scorsi preoccupazioni si erano diffuse anche in seno ad Assosementi, l’associazzione che rappresenta le aziende sementiere italiane, che aveva diffuso una nota nella quale richiamava l’esigenza di “assicurare la fornitura delle sementi come passo essenziale per tutelare l’agroalimentare italiano, in un momento in cui gli agricoltori si apprestano ad affrontare le campagne di semina per la produzione di colture di vitale importanza per il Made in Italy”.
“Stiamo vivendo una fase cruciale per le campagne primaverili – aveva dichiarato Giuseppe Carli, presidente di Assosementi.- In questi giorni infatti gli agricoltori sono al lavoro nei campi per seminare colture fondamentali per il sistema agroalimentare italiano come il mais, la prima coltura in termini di raccolto nel nostro Paese, la soia, alla base dell’alimentazione animale e dunque altamente strategica per la zootecnia, e numerose specie ortive che sono alla base della dieta mediterranea”.
“È evidente – ricordava Assosementi – che le mancate semine rischiano di causare gravi ripercussioni nella produzione di cibo, in quanto i semi sono il primo anello di qualsiasi filiera alimentare. Lo scenario a cui ci troviamo di fronte potrebbe diventare ben presto serio, perché se non seminiamo oggi ci ritroveremo a ottobre senza le derrate agricole, con il risultato di mettere in ginocchio non solo il Made in Italy ma anche il nostro approvvigionamento di materie prime”.
You must be logged in to post a comment Login