di Gianfranco Quaglia
Arriva sugli scaffali il riso rustico. E’ l’ultimo nato di “Casa Gallo”, proposto sul mercato come prodotto da agricoltura sostenibile certificato “Friend of the Earth”, lo standard di certificazione dell’agricoltura e dell’allevamento sostenibili, fondato e diretto da Paolo Bray. Made in Italy al 100%, come hanno sottolineato Carlo e Riccardo Preve, ad di Riso Gallo, durante la presentazione avvenuta a “Potafiori”, presenti giornalisti e foodblogger. E’ coltivato in un’aziende storica della Lomellina, la fattoria “Kyrie” nel Comune di Confienza, oltre 500 ettari di proprietà di una società immobiliare, che ha investito nel restyling, ricavando anche un museo multimediale, saloni per banchetti ed eventi. Tutto il complesso architettonico risale al XVI secolo ed è rimasta con la chiesetta dedicata a Sant’Ignazio da di Loyola, patrono dei padri gesuiti che la ricostruirono nel ‘600.
Il settore agronomico è diretto dall’agronomo Luca Sormani di Vigevano, che sta sviluppando progetti di sostenibilità con la Riso Gallo, ha impostato un programma di rotazione triennale per accrescere la potenzialità dei terreni, ricorrendo anche ai sovesci invernali e all’opera di mondariso (romeni) in estate per l’estirpazione del crodo.
Il riso rustico s’inserisce in una proiezione più ampia voluta dall’azienda Gallo, con il titolo “Coltiviamo il futuro”: misure innovative introdotte in materia di responsabilità sociale e ambientale. Carlo e Riccardo Preve hanno ricordato alcuni risultati raggiunti dalla Gallo nel triennio 2014-2017: -1/% in termini di consumi energetici totali per chilogrammo di risone lavorato; -60% di emissioni dirette e indiretti di Co2 per kg di risone lavorato, relative ai consumi di metano ed energia elettrica, quest’ultima dal 2016 certificata da 100% fonti rinnovabili; -24% per quanto riguarda la diminuzione dei rifiuti totali per quintale di riso trattato nel periodo 2015-2017; significative riduzioni anche sul consumo di cartoncino grazie a misure sul packaging dei principali prodotti. Il monitoraggio dell’impatto ambientale di tutta la filiera è condotto in partnership con l’Università di Milano, cui è affidato lo studio di Life-Cycle Aseessment, che mira alla riduzione dei gas serra. “E’ stata adottata anche la prassi di seminare fiori sugli argini delle risaie – dicono Carlo e Riccardo Preve – per richiamare gli insetti impollinatori con l’obiettivo di valorizzare la biodiversità”.
Un’altra caratteristica del riso rustico: il prodotto viene sottoposto alla pilatura tradizionale a pietra che, grazie a un’abrasione “gentile” del chicco, permette il mantenimento parziale del suo rivestimento conferendogli un colore leggermente ambrato e preservandone le qualità organolettiche e nutrizionali. In questo modo si conserva un contenuto maggiore di fibre. Due le varietà sulle quali punta Gallo: Riso Barone, un lungo A da interno, chicco grande e corposo, adatto ai risotti; riso Mare, lungo B, chicco lungo e affusolato, particolarmente indicato per insalate rustiche e contorni. Il “rustico” è stato coltivato su una superficie di una cinquantina di ettari, che nel 2019 dovrebbero aumentare a 77. Canali di vendita: la grande distribuzione. Prezzo all’agricoltore concordato prima delle semine. Costo per il consumatore: un 10-15% in più rispetto al riso convenzionale.
Un’altra proposta è rivolta al segmento dei risi esotici, entrati sempre di più nelle abitudini alimentari anche degli italiani. E Riso Gallo immette sul mercato “Aroma”, varietà coltivata in Italia, chicchi lunghi e affusolati, gusto intenso dotato di una nota d legno di sandalo.
Nella foto: Carlo e Riccardo Preve e (al centro) Paolo Bray
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