Furbo e subdolo, è lo scarabeo autostoppista che mangia la foglia (photogallery)

Furbo e subdolo, è lo scarabeo autostoppista che mangia la foglia (photogallery)

SAM_3798In principio era soltanto un coleottero. Poi è diventato un flagello. Syiamo parlando della Popillia japonica, lo scarabeide giapponese che da anni sta falcidiando coltivazioni nella Valle del Ticino (sponde piemontese e lombarda) eche ora attacca anche i vigneti delle colline novaresi, Contro questo fitofago che distrugge o limita le produzioni si è tenuto un vertice a Ghemme (Novara) organizzato dalla Convenzione dei 13 comuni delle Colline Novaresi e dalla Regione Piemonte. Introdotti da Stefano Vercelloni (Città del vino), dal sindaco Dsvide Temporelli, da Antonio Pogliani, agronomo coordinatore e promotore di iniziative, hanno relazionato alcuni esperti per fare il punto della situazione. Intanto la geografia del territorio, tracciata da Andrea Agnes (settore agricoltura del territorio di Novara e Vco): 540 ettari di vite contro le 12 mila degli Anni Venti. Su questo areale la Popillia sta facendo sentire la sua presenza. Emanuela Giacometto (settore fitosanitario Regione Piemonte): “Questo fitofago arriva dal Giappne, si è sviluppato in negli Usa, è arruivata in Italia. Le larve danneggiano le radici; gli adulti, fiori e foglie”

Quasi certamente arrivato sino a noi come un clandestino, servendosi degli aerei ai quali siattacca, lo scarabeide può essere sottoposto a misure di contenimento, come ha spiegato Davide Venanzio (anch’egli del settore fitosanitario regionale): “La Regione Piemonte ha stanziato due milioni di euro in quattro anni per ricerca e attività di cattura che può essere effetuate attraverso trappole attrattive, gli sfalci oppure con nematodi antagonisti, trattamenti insetticidi e gli sfalci. La Popillia – ha proseguito – è anche un insetto autostoppista, nel senso che può utilizzare mezzi di trasporto, ai quali si attacca e si nasconde, per spostarsi da un luogo all’altro. Una buone azione di contenimento è stata raggiunto anche con il fungo entomopatogeno. Su 400 ettari trattati abbiamo riscontrato una dimunxzione del fenomeno pari al 64%”.

Sull’evoluzione del focolaio in Piemonte ha frelazionato Giovanni Bosio (settore fitosanitario regionale).

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