di Enrico Villa
Un filo rosso e robusto lega da qualche tempo Fossano, Cuneo e Quart, Aosta. Il legame è fatto dall’agricoltura simbiotica che si è consolidato quando la Camera dei Deputati ha approvato il Testo Unico per il biologico che adesso dovrà avere il “via libera” dal Senato. Il dispositivo giuridico per la prima volta fa riferimento, fra l’altro, alle coltivazioni dinamiche propugnate negli anni Venti del Novecento da un filosofo inventore della antroposofia: il tedesco Rudolf Steiner (1861/1925) odiato da Hitler, ma le cui teorie erano condivise dai gerarchi del dittatore germanico. In agricoltura Steiner, che non era un agronomo, sosteneva che le sue teorie si basavano su un trinomio: cibo, ambiente, connessione cosmica con i ritmi della natura, Luna compresa, con le semine e i raccolti. Il filosofo tedesco andava oltre, immaginandosi che l’esistenza sfociasse nell’esoterismo il quale, in fondo, governava tutto. Buona parte delle teorie steineriane sono state bocciate dall’agronomia moderna, non comunque l’ambiente e il terreno suo settore che occupa una buona parte delle tecniche della agricoltura biologica in grande espansione, tanto è vero (Sole 24ore) il comparto specifico l’anno scorso si è impennato del 28% raggiungendo un fatturato di 147 milioni di euro.
Ma ritornando al filo rosso Fossano/Quart, va ricordato che entrambi i vertici, sia nel Cuneese che in Valle d’Aosta sono rappresentati da persone che – a giudicare dalla documentazione – si ispirano al biologico nonché alla agricoltura dinamica dando credito, appunto, alla agricoltura simbiotica (convivenza di più specie), al terreno e alla cui ricchezza dalla quale si trae la qualità dei prodotti, alla salubrità degli animali, fondamentale per la salubrità dei consumatori. Il “vertice fossanese” è costituito dal Consorzio La Granda (sottotitolo del marchio, cultura dell’alimentazione) fondata nei primi anni Novanta da Francesco Delfino e della quale, da tanti anni, è animatore il veterinario agronomo Sergio Capaldo. La razza bovina piemontese, recentemente riconosciuta dalla UE per le sue qualità, è anche un “fiore all’occhiello” di Capaldo che filosoficamente, al di là dei tecnicismi correnti indispensabili in campagna, crede a questo principio: “Non c’è agricoltura senza cultura”. E come è specificato in una brochure della Granda (presidio Slow Food) i suoi settanta associati “da sempre alimentano i loro animali unicamente con i foraggi prodotti nelle loro aziende, dove la terra viene rispettata e coltivata con abilità”. Quindi con mais, fieno, orzo, crusca, fave. Da qui proviene la qualità dei prodotti, anche il “fieno da brodo” per la preparazione di minestre della antica tradizione piemontese.
Il ricercatore Modesto Giovannetti, anno di nascita ad Ascoli Piceno nel 1947, laurea a Bologna in microbiologia nel 1973, occupa il vertice valdostano di Quart, ed è al culmine della società privata CCS Aosta S.r.l., fondata nel 1992 per la produzione di prodotti per l’agricoltura biologica e convenzionale. Con una ventina di specialisti la CCS (forse, la sigla in inglese, significa capacità di catturare l’anidride carbonica, in genere affare naturale delle piante) dal 2003 appartiene ufficialmente all’Anagrafe Nazionale delle Ricerche. Il lavoro, che all’inizio concerneva solo il suolo, è molto complesso. E richiede una premessa di carattere generale. Infatti il suolo dove si radicano i vegetali, è ricco di batteri e microbi detti simbionti che “in compartecipazione” aiutano l’albero nella sua crescita. Un grammo di terreno racchiude in sé milioni di buoni batteri e microbi che scacciano quelli negativi. E il sistema di coabitazione collaborativa, che in microbiologia è chiamata micorizza, consente di filtrare acqua e altre sostanze, bonificando i metalli pericolosi nel terreno nonché i fitofarmaci che preoccupano. Il sistema è stato applicato con successo nella viticoltura. La microbiologia conferma un altro aspetto utile sia per il terreno che per l’ambiente: i batteri simbionti favoriscono lo sviluppo radicale della pianta che crescerebbe di 600/800 volte. Quando “per povertà indotta e supersfruttamento del terreno” un grammo di terra non contiene più batteri, attinomiceti e funghi saprofiti, ecco la possibilità di inocularli nel suolo. Già nel 2003 la CCS di Aosta mise a punto i prodotti Micosat F che permettono con successo di inoculare i micro-esseri collaborativi della pianta e delle sue radici. CCS, che come accennato, ha una ventina di specialisti e un fatturato di circa 3 milioni di euro, ha fatto brevettare il Micosat F che è adeso presente in Italia, Grecia, Polonia, Algeria, Francia, Perù. L’ultima volta che in Piemonte se ne è parlato in termini approfonditi è stato il 20 aprile scorso a Racconigi per iniziativa del Lions. La qualità a favore dei consumatori, il terreno non inerte da proteggere e i nuovi prodotti stanno suscitando notevole interesse dovuto alla tutela dei vari aspetti dell’ambiente, specie da quando il presidente Donald Trump ha deciso di uscire dall’accordo di Parigi sul clima del 2016. Fra breve l’ambiente USA e i terreni coltivati a cereali, già molto affaticati, potrebbero dare ancora meno produzione e tanti guai meteorologici.
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