di Gianfranco Quaglia
Da un evento tragico come un incidente stradale, in cui perde la vita un giovane, Cristiano Tosi, può nascere un progetto di inclusione sociale volto in particolare alla pratica di attività sportive per i diversamente abili e il settore paralimpico. Questa la “mission” della Fondazione Cristiano Tosi, nata su iniziativa del fratello avvocato, Stefano Tosi di Verona, e presentata nella Sala delle Colonne di Banco BPM a Milano. L’Istituto di credito, terzo gruppo bancario italiano, ha deciso di sposare e sostenere il modello, rivolto non solo allo sport, ma anche al disagio giovanile, come ha sottolineato il top manager Giuseppe Castagna, ad di Banco BPM, ruicordando che il gruppo punta molto sullo sviluppo del valore sociale territoriale e che “questa Fondazione si occuperà di stare vicino a chi è meno fortunato”.
Parterre d’eccezione, con l’intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti, le massime autorità fra cui il prefetto di Milano Renato Saccone, l’assessore alla cultura e allo sport del Comune, Roberta Guaineri; gli studenti del Liceo Marco Pantani. La responsabilità sociale di Banco BPM è consolidata attraverso la presenza sul territorio e la sinergia con realtà imprenditoriali impegnate in diversi settori, fra cui l’agroalimentare. Hanno portato testimonianze Paolo Scaroni, presidente della Fondazione Milan (con sport for change, for all, for values, emergenza), Sergio Carnovali presidente di As Rugby Milano (Carcere minorile Beccaria, carcere di Bollate, a regola d’arte, sport senza frontiere onlus, CIE di via Corelli), Alessandra Marzari presidente di Vero Volley Monza (con i progetti Mangiagioco, squadra agonistica no limits, Candy Arena, San Patrignano). Fabio Leonardi, ad di Igor Gorgonzola e presidente di Igor Volley Novara, ha illustrato l’impegno diffuso sul territorio e non solo: “Sessanta imprenditori hanno sposato la social responsability. Siamo presenti in più settori, abbiamo stretto accordi con le scuole elementari e medie per affiancare i ragazzi con il livello tecnico e qualitativo nello sport; in uno dei quartieri a più alto degrado della città cerchiamo di “strappare” le ragazze fra i 10 e i 17 anni portandoli a praticare sport. I nostri sponsor sportivi sono diventati sostenitori, ampliando il network che coinvolge il territorio. naturalmente non ci accontentiamo soltanto di spingere a praticar sport, ma puntiamo anche ai risultati, perché la vittoria diventa un acceleratore del coinvolgimento”.
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