Fondazione Banca Popolare Novara-Ospedale Maggiore: una tradizione e un rapporto che continuano nell’ambito del progetto “Nuove tecnologie e attività di eccellenza nell’azienda ospedaliero-universitaria di Novara” cominciato con il professor Siro Lombardini, come ricordano Franco Zanetta, presidente di Fondzione, e Mario Minola, alla guida della struttura ospedaliera. L’atto più recente è il contributo per l’acquisto di due importanti apparecchiature, del costo complessivo di 270 milioni. Questa volta si tratta di un Fibroscan e di una Tomografia computerizzata Cone Beam. Il Fibroscan è un apparecchio che sfrutta una tecnologia di rcente introduzione (l’elastografia epatica) che consente di definire con elevata precisione le patologie epatiche e gli esiti degli eventuali interventi chirurgici relativi. In questo modo sarà possibile fornire, grazie al lavoro delle equipe medica e chirurgica, guidate dal professor Mario Parisi e dal dottor Raffaele Romito, una risposta risolutiva alle più importanti patologie epatiche, di cui l’azienda ospedaliera è l’unico riferimemnto per tuto il Piemonte orientale.
La tomografia computerizzata Cone Beam permetterà significativi miglioramenti nella diagnosi e nella terapia delle patologie cranio-facciali, soprattutto nel settore oncologico: sarà introdotta nelle strutture di otorinolaringoiatria diretta dal professor Francesco Pia, maxillo-facciale diretta del professor Arnaldo Benech e radiodiagnostica diretta dal professor Alessandro Carriero. La donazione è stata ufficializzata, presenti i medici, nella sala del consiglio di Palazzo Bellini, ssede storica della Banca Popolare di Novara, dove il presidente della Fondazione, Franco Zanetta, ha sottolineato come “Il Consiglio della Fondazione ha poarticolarmente apprezzato l’approccio seguito dal direttore generale Minola,che ha proposto attrezzature importanti in grado si servire più strutture, con una ottimizzazione delle risorse che va a beneficiare un numero più ampio di pazienti con prestazioni sanitarie di assoluta eccellenza”. Minola: “In oltre un decennio la Fondazione ha destinato oltre 6 milioni di euro all’ospedale. Queste tecnologie non vanno intese come un regalo ma un beneficio per tutta la comunità”.
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