La Pac, il futuro, il riso Made in Italy dopo il ripristino dei dazi all’import. Questi i principali temi della tavola rotonda al convegno d’apertura di Fiera in Campo a Vercelli, con l’intervento del ministro delle Politriche Agricole, Gian Marco Centinaio, e del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Un momento di confronto, con il ministro che guarda al futuro: “La clasuola è un risultato di squadra, deve esser condiviso con tutti, a partire dall’Ente Nazionale Risi che ha spinto per arrivare a questo traguardo. Ma ora abbiamo davanti la sfida che l’Europa ci lancia: a Bruxelles parlando con il Commissario Phil Hogan abbiamo riflettuto sul fatto che se il mondo del riso non sfruta questa occasione fra tre anni la clausola di salvaguardia non sarà più riconosciuta. Nel fattempo dobbiamo guardare anche a nuovi mercati, c’è l’opportunità Cina sulla quale stiamo lavorando. Un altro tema: il piano strategico per l’agricoltura, sarà l’obiettivo 2019. Apriremo tavoli di lavoro coinvolgendo aziende, Gdo, associazioni di consumatori, scuola, ricerca”.
Un accenno alla Pac: “Non deve ricadere sulle spalle dell’agricoltore tutto il peso di una maggiore richiesta d’attenzione per l’ambiente. La futura riforma deve invece tutelare l’agricoltura europea”.
Massimiliano Giansanti ha richiamato l’attenzione dei risicoltori sugli effetti positivi e negativi da non trascurare dopo la conquista della clausola di salvaguardia: “Abbiamo tre anni di tempo per iprogrammare la nostra capacità di differenziare le semine ed evitare eccessi di produzione, non possiamo più permetterci un’altra crisi”. Altro tema, l’innovazione in agricoltura: “Pur tutelando il Made in Italy dobbiamo essere competitivi con la tecnologia, pensiamo anche all’opportunità della block chaine per il sistema della tracciatura dei prodotti. Non basta dire made in Italy nel mondo, il vero problema è chiedersi perché non siamo presenti sui mercati mondiali. Occorre un’attenzione maggiore al comparto, non si pouò dimentivcare che il 17 per cento del nostro Pil è dovuto all’agroalimentare. Chiediamo al ministro il piano strategico nazionale”.
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