Annata buona, anzi eccellente. Parliamo di vendemmia in Piemonte, con un vigneto di 43.553 ettari (il 7 per cento della superficie italiana). Annata ottima, sotto tutti i punti di vista: climatico, produttivo, economico e di mercato, eccellente qualità delle uve. Nell’anteprima vendemmia, presentata dall’asessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero, con la partecipazione di viticoltori e rappresetnati dei piàù importanti consorzi, si è fatto il punto soprattutto sulle prospettive: export che tira. ma cvon alcuni Paesi tradizionali importatori di vino italiano che fanno segnare una battuta d’arresto (come la Germania) e i contraccolpi subiti in Russia a causa dell’embargo.
Malgrado queste note negative la viticoltura piemontese è vincente nei confronti di tutti gli altri settori oroduttivi dell’agroalimentare,come ha sottolineato Ferrero: «Oltre l’80 per cento è produzione d’origine, esportiamo pià di 100 milioni di bottiglie con ricadute sul territorio anche sotto il profilo occupazionale. La viticoltura infatti è fortemente legata alla manodopera. Il riconoscimento delle nostre colline come patrimonio dell’Unesco ci sprona a un ulteriore slancio, ma per mantenerlo occorre che rimanga tale anche l’aspetto economico e di redditività. A questo proposito una riflessione è d’obbligo: abbiamo trascorso anni a discutere se fosse stato il caso di spingere sulle rese. La vendeimmai 2015 invece ci dice che siamo a un punto dinon ritorno: il Piemonte è ‘’condannato’’ a fare qualità, questa è la nostra vera vocazione, non perdiamo tempo a fare discorsi inutili». Tra gli intervenuti anche Giorgio Bosticco, presidente di Piemonte Land of Perfection, il consorzio dei consorzi piemontesi che raggruppa Vignaioli Piemontesi, Barbera (Vini d’Asti e del Monferrato), Brachetto d’Acqui, Gavi, Consorzio dell’Asti, Consorzio del Barolo, Barbaresco, Alba e Roero. Non ne fa parte il Consorzio tutela Alto Piemonte. Presenti, per l’Alto Piemonte, il presidente piemontese di Città del Vino, Stefano Vercellone, e Eugenio Arlunno.
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