di Gianfranco Quaglia
Dal primo gennaio 2016, con la riforma delle Province, molte deleghe sono passate, anzi tornate alle Regioni, nell’ambito della cosiddetta «riallocazione». Fra le funzioni più significative e legate la territorio c’è certamente l’agricoltura.
Che cosa cambia e soprattutto quali gli effetti di ricaduta sul settore agricolo? Ne abbiamo parlato con l’assessore regionale all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero.
«Innanzittutto vogliamo dare uniformità ai bandi del Psr (Programma di sviluppo rurale, e al tempo stesso assicuriamo tranquillità a tutti i dipendenti in forza ai settori agricoltura delle Province. In altre parole: nessuno perde il posto di lavoro. Lo voglio ribadire non solo per le Province, ma anche per i dipendenti delle Comunità montane, oggi Comuni montani. Manterremo tutti i presidi sul territorio, a conferma che non esiste alcuna vlontà di accentramento, sarebbe un brutto segnale».
Ma allora che cosa cambia e quali sono i vantaggi di questo ritorno al centro delle deleghe?
«Siamo al lavoro per semplificare e dare al settore un’organizzazione piùsnella, meno burocratica e strettamente legata ai confini provinciali. L’obiettivo è quello di rmodellare i confini di competenza nel giro di un paio d’anni, creando aree più ampie e omogenee».
Quale sarà l’impatto per gli agricoltori abituati a rapportarsi con il mccanismo degli uffici provinciali?
«Sostanzialmente non muterà nulla, continueranno a essere seguiti come prima nell’acesso e nelle pratiche, avranno ancora i loro interlocutori. Ma tutte queste funzioni fino a ieri erano delegate. Con la riforma della Provincia e la crisi finanziaria dell’ente, sarebbe diventato molto difficile continuare a operare, rischiavamo di avere uffici svuotati di potere, non più in condizioni di dare esito all’attuazione dei Psr. Era troppo importante dare svolgimento ai fondi europei e quindi è diventato riprnedersi le deleghe».
A proposito di Psr, a che punto siamo in Piemonte?
«Sono stati aperti i primi due bandi, a metà febbraio sarà dato avvio al bando giovani in agricoltura, stiamo attuando esperienze nuove».
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