“C’è il rischio che il settore riso faccia la fine di quello saccarifero. Sappiamo quali sono state le sorti dei produttori di barbabietole da zucchero, non vogliamo che accada altrettanto per il riso”. A lanciare l’allarme è Giuseppe Ferraris, presidente del gruppo riso di Copa-Cogeca, la Confederazione generale delle cooperative agricole dell’Unione Europea con sede a Bruxelles. Ferraris, risicoltore novarese, è fortemente preoccupato per le condizioni che stanno mettendo in ginocchio le aziende italiane, strette fra il crollo dei prezzi e la concorrenza straniera. “Se non ci sarà una dichiarazione dello stato di crisi – aggiunge- molti produttori saranno costretti a chiudere, non possono più lavorare in perdita”. Lo spettro della grave crisi che ha quasi azzerato il comparto saccarifero italiano è appena dietro l’angolo: dieci anni fa l’Italia aveva 19 stabilimenti da cui uscivano 1,4 tonnellate di zucchero, circa il 17 per cento della produzione europea. Oltre 220 mila ettari di campi made in Italy erano coperti da barbabietola e il settore dava lavoro a più di settemila dipendenti. Poi, visti i prezzi pagati agli agricoltori, la superficie si è ridotta a 30 mila ettari, i dipendenti sfiorano il migliaio. Complice di questo taglio la riforma comunitaria per realizzare il settore e creare pochi grandi produttori in grado di competere senza sussidi sui mercati mondiali. Così’ gli stabilimenti di traasformazione in Italia si sono ridoti da 19 a sei e di conseguenza anche i bieticoltori sono stati decimati.
Se le quotazioni non risalgono e se non si riesce a bloccare la valanga di riso che arriva a dazio zero dal Sudest asiatico in Europa, anche il mondo del riso potrebbe subire una sorte analoga. “A Bruxelles l’Italia ha chiesto l’etichettatura d’origine per il nostro riso, ma anche l’applicazione della clausola di salvaguardia per difenderci dalle importazioni. In subordine chiediamo almeno un import contingentato con l’introduzione di dazi ridotti. Da parte sua, il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, dovrebbe dichiarare lo stto di crisi, con la concessione di un aiuto straordinario”.
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