Le notizie di stallo in arrivo da Bruxelles, l’assenza di un nuovo commissario all’agricoltura, le dichiarazioni del portavoce Ue della Commissione il quale rassicura la Cambogia che per il momento la discussione su una possibile revisione dei dazi all’import di riso cambogiano non è in agenda. Tutti elementi che non giocano a favore delle richieste della filiera risicola italiana, malgrado il Governo abbia inviato nei giorni scorsi il documento con il quale si chiede l’applicazione della clausola di salvaguardia.
Per questi motivi, a fronte dei pronunciamenti e delle dichiarazioni di soddisfazione per il passo importante compiuto su Bruxelles, si profila una lunga estate d’attesa e di preoccupazione per la filiera risicola italiana, la quale vede di giorno in giorno cadere il prezzo delle sue varietà Indica, non più competitive rispetto al cereale in arrivo dal Sudest asiatico.
Ecco perché si intensificano le azioni dei politici di riferimento del territorio. Di pochi giorni fa quella dell’assessore regionale all’agricoltura, Giorgio Ferrero, intervenuto a un tavolo Vercelli-Novara con tutti gli attori della filiera. Adesso la sen. Elena Ferrara di Novara (Pd) che assieme alla collega Maria Teresa Bertuzzi ha presentato un’interrogazione urgente ai ministri dello Sviluppo Economico e delle Poliiche Agricole. Nel testo si dice fra l’altro: «Il piano unilaterale Ue di solidarietà, Everything but arms (Eba), tutto tranne le armi, ha concesso l’accesso in esenzione da dazi e contingenti per tutti i prodotti, ad eccezione di armi e munizioni, ai paesi meno sviluppati. Nonostante le migliori intenzioni con le quali è nata l’iniziativa non si possono sottovalutare i problemi derivanti dall’azzeramento dei dazi pe ralcuni prodotti. Seppure Eba si ispiri a condivisibili politiche di sostegno umano e sociale, non si può permettere che l’Unione Europea sia disinteressata nel seguire l’evoluzione commerciale».
Oltre al danno concorrenziale procurato dal riso cambogiano in Europa nell’interrogazione si sottolinea come «l’iniziativa Ue ha favorito, pur senza volerlo, l’insediamento di multinazionali nei paesi meno avanzati dove si coltiva riso senza adeguate tutele del lavoro e con l’utilizzo di prodotti chimici vietati da decenni nelle campagne italiane e europee».
A margine dell’interrogazione la sen. Ferrara, che per un anno è stata in Commissione Agricoltura, fa appello alle istituzione in questo momento delicato: «Serve un fronte comune coeso, accanto alla filiera. Va sostenuta la richiesta dell’introduzione di una clausola di salvaguardia» (g. f. q.)
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