“Facciamo il Distretto del Riso Piemontese”

“Facciamo il Distretto del Riso Piemontese”

Bongioanni Paolo 1Bongioanni Paolo2Un Distretto del Riso Piemontese, che superi i campanilismi e diventi il punto di riferimento della risaia e Bongioanni Paolo 1del cereale Made in Italy. Questo l’invito di Paolo Bongioanni, assessore all’agricoltura, cibo e commercio della Regione Piemonte, durante la sua visita a Novara dove ha incontrato le organizzazioni agricole.

“A Ortigia, dove si è svolto il G7 Agricoltura, tutti gli occhi erano puntati su Sicilia e Toscana, come regioni simbolo del Made in Italy. Io voglio invertire questa percezione affinché si parli del Piemonte agroalimentare nel mondo”.

Proprio dalla risaia potrebbe partire un segnale forte. “Abbiamo a disposizione 100 milioni di euro stanziati dal ministero per tutti i Distretti del cibo. – precisa Bongioanni – Strumenti indispensabili per la promozione della filiera corta. Una parte di queste risorse può essere dedicata al prodotto riso, attraverso un progetto unico. A questi si aggiungeranno altri due bandi della Regione, uno a fine ano e l’altro per la prossima primavera”.

Messaggio raccolto da Coldiretti Novara e Vco, dove l’assessore ha iniziato il suo giro novarese, incontrando i vertici del sindacato agricolo che ha da poco festeggiato gli 80 anni di fondazione, dovuta all’intuizione del novarese Paolo Bonomi di Romentino. Come ha ricordato il presidente provinciale Fabio Tofi, con il direttore Luciano Salvadori e il vicepresidente Fabrizio Rizzotti. Anche Giovanni Chiò, presidente di Confagricoltura, nel dossier consegnato a Bongioanni aveva già incluso la proposta del Distretto. Se in risaia l’annata si conclude con gravi problemi, non diversa è la situazione per gli altri comparti. Quello zootecnico, innanzitutto: il Novarese è stata l’area più colpita d’Italia dalla Psa (peste suina africana) che ha costretto all’abbattimento di migliaia di capi negli allevamenti (i casi di Trecate). E  a questo proposito Bongioanni ha illustrato il piano di contrasto ai cinghiali: “A tutt’oggi 17 mila abbattuti in tutto il Piemonte, pensiamo di arrivare a 40mila, anche se questa soglia non è ancora sufficiente. Il Novarese è fra le aree più esposte, perché confinante con la Lombardia e ancora recentemente nel Parco del Ticino sono tate rinvenute carcasse di cinghiali infetti. Questa è l’unica provincia dove i danni sono aumentati e la responsabilità è da attribuirsi a errori umani. Ecco perché voglio richiamare gli allevatori a prestare la massima attenzione alla cosiddetta biosicurezza, tutti devono rispettarla”.

Psa, popillia japonica che sta infestando i vigneti e altri insetti alieni. Su questi problemi Bongioanni anticipa un progetto: “In Regione vogliamo far nascere una nuova direzione focalizzata sui problemi sanitari e veterinari in agricoltura, coinvolgendo più competenze trasversali”.

Fra le voci che più di altre si sono levate durante gli incontri con gli operatori agricoli, una in particolare riguarda il cambio generazionale nelle aziende: “Lavorerò per favorire la piccola impresa, locomotore del Piemonte”. E sul vino, con l’Alto Piemonte in crescita, ha aggiunto che sta lavorando a un nuovo progetto da presentare al prossimo Vinitaly.

Infine, ma è emerso il problema Est Sesia, il consorzio irriguo più grande d’Europa, che da anni naviga in acque agitate. Alla domanda del presidente di Confagricoltura, Giovanni Chiò, circa i “rumors” secondo cui si parla di un commissariamento, Paolo Bongioanni è stato molto diretto: “No a un commissario ad acta, ma una transizione va fatta. La mia idea è quella di superare le difficoltà con il rinnovo degli organi dirigenziali e far ripartire il Consorzio”.

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