Acque agitate, è il caso di dirlo, a Est Sesia Novara, il principale consorzio di bonifica italiano, che opera su un territorio di 330 mila ettari distribuiti su cinque province tra Piemonte e Lombardia. Il Consiglio d’amministrazione ha presentato il bilancio relativo al 2023, con un disavanzo pari a 1.143.427 euro, di molto inferiore rispetto a quello registrato nel 2022. Ma non è stato possibile approvare il documento: il Collegio dei revisori dei conti si è dimesso senza preavviso alla vigilia dell’assemblea, rifiutandosi di redigere anche la relazione di revisione, come previsto dalla legge. A questo punto il Cda di Est Sesia, il consorzio presieduto da Camillo Colli, ha proposto un’azione di responsabilità nei confronti del Collegio stesso, per violazione dei doveri connessi alla loro carica. In una nota Est Sesia annuncia che “si riserva di promuovere nei loro confronti (i tre componenti del Collegio) ogni iniziativa ritenuta opportuna per sanzionare il loro illegittimo comportamento, anche sotto il profilo delle loro responsabilità professionali”, L’azione è stata approvata a stragrande maggioranza dall’assemblea dei delegati, con 41 voti favorevoli, 2 astenuti e 9 contrari.
E’ un ulteriore braccio di ferro all’interno di questo consorzio irriguo ultracentenario, al centro di vicende giudiziarie negli scorsi anni, poi concluse con assoluzioni e reati prescritti. Nel frattempo si è iniziato un percorso di trasparenza, come sottolinea il direttore generale Mario Fossati: “Per il secondo anno consecutivo abbiamo chiamato Price Waterhouse Cooper, società internazionale di consulenza e certificazione, per la redazione del bilancio. Il 2023 si è chiuso con un conto economico pari a 150 milioni di euro e opere avviate e finanziate per 20 milioni, che diventano circa 90 guardando al 2025. Il disavanzo risulta significativamente inferiore a quello dell’anno precedente che risentiva dell’impatto negativo derivante da oltre un decennio di rendicontazioni non corrette, concluse solo nel 2022, con la sospensione dell’incarico del dirigente responsabile del settore amministrativo finanziario (a cui ha fatto seguito il licenziamento). Abbiamo ricostruito la credibilità che avevamo perso nei confronti della pubblica amministrazione e dei ministeri, intaccata dalle vicende giudiziarie. Questa ricostruita credibilità ci ha permesso di sbloccare 14 milioni di euro con il Ministero dell’Economia e Finanze, . Allo stesso modo stiamo recuperando crediti che abbiamo con il Ministero delle Politiche Agricole risalenti agli anni tra il 2077 e il 2019, bloccati a causa dei sequestri e delle disposizioni della magistratura”.
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