L’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare sta valutando la possibilità di abbassare gli attuali livelli massimi di cadmio nel riso.
A seguito della raccomandazione 2014/193/UE e conseguente raccolta di dati conclusasi con il parere dell’EFSA sul cadmio negli alimenti, il gruppo di lavoro “Contaminanti industriali e ambientali” del “Standing Committee on Plants Animals Food and Feed, section Novel Food and Toxicological Safety of the Food Chain” ha discusso infatti la possibile modifica degli attuali livelli massimi di cadmio e la fissazione di nuovi livelli massimi residuo (LMR) per alcuni prodotti. La proposta per il riso prevede di passare dal LMR attuale di 0,20 mg/kg a 0,10 mg/kg. In pratica un dimezzamento.
A questo proposito l’Ente Nazionale Risi è intervenuto con una nota per sottolineare che “si è adoperato nel fornire ai Ministeri italiani competenti e agli stakeholder, interpellati con la consultazione, tutti gli elementi necessari a evidenziare che il dimezzamento del limite di cadmio vanificherebbe gli sforzi ed i risultati ottenuti da tutta la filiera del riso ed, in particolare dai risicoltori, atti ad assicurare i migliori standard qualitativi in grado di assicurare la massima tutela del consumatore. Tali conclusioni – prosegue – sono il frutto di più di un decennio di sperimentazioni infatti dal 2001, anno in cui l’Unione Europea ha stabilito i limiti di concentrazione del cadmio (Cd). L’Ente Nazionale Risi ha svolto una notevole attività di ricerca in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e le Università di Torino, Piacenza e Milano, sia a livello sperimentale che in campo aperto nell’areale risicolo italiano”.
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