Eataly e Novamont insieme per la sfida del rifiuto zero

Eataly e Novamont insieme per la sfida del rifiuto zero

Dai guanti ai sacchetti per trasporto merci, dalle posate e bicchieri sino ai prodotti per imballo dei prodotti freschi: tutto in Mater-B, in materiale biodegradabile. E’ la campagna <Rifiuti zero> che Eataly, con Novamont, lancia su tutto il territorio nazionale (in ogni punto vendita) e poi nel mondo. <Perché il mondo si è resoconto che per sopravvivere deve cambiare – dice Oscar Farinetti, patron di Eataly – e noi vogliamo dare l’esempio con un’economia circolare totale. Tutto compostabile. Questa storia dei rifiuti zero la vogliamo raccontare, renderla credibile e reale>. La campagna, già iniziata nei due Eataly di Torino e Milano, è stata presentata appunto anella metropoli lombarda, nel punto Eataly di Piazza XXV Aprile. Qui Farinetti e Catia Bastioli, ad di Novamont di Novara, hanno lanciato alcuni messaggi. Dice Farinetti: <I Paesi del Nord Europa sono i più felici perché la felicità può coesistere solo con la natura. Cjhe cosa dobbiamo fare affinché gli italiani si dedichino al tema del rispetto? Occorre far passare il messagio che comportarsi meglio è ”figo”, ”cool”. Facciamo una scommessa: diventeremo i più bravi al mondo in tema di rifiuti. Il forte cambio deve SAM_2368concretizzarsi attraverso le coscienze, occorre trasferire il valore del rispetto dal senso del dovere al senso del piacere. La nostra campagna di sensibilizzazione coinvolgerà anche tutti i nostri fornitori, invitandoli a utilizzare un packaging biodegradabile>.

Catia Bastioli: <Questa commessa iniziata con Eataly ci riempie d’orgoglio. Noi crediamo che la grandesfida sia il salto culturale da compiere, collegare la tradizione con l’innovazione. Com Expo abbiamo testato insieme il materiale in Mater B, attraverso 3,5 milioni di pasti serviti. Il biodegradabile compostabile è una risorsa per il nostro paese, anche sotto il profilo occupazionale. L’Italia è prima a livello europeo e può essere da traino per l’area comunitaria. E’ il momento dei green jobs, dei lavori legati all’ambiente e all’agricoltura. In questo contesto ci sono molti giovani pieni di talento e voglia di fare. La bioeconomia può creare occupazione: la crisi nasce dalla nostra incapacità di voler cambiare. In Italia esistono già oltre 100 realtà che operano nel settore della chimica verde. All’inizio eravamo soltanto in sei>.

Un altro aspetto – aggiunge Bastioli – è rappresentato dalla diffusione del falso biodegradabile. <Circa il 66% degli shopper spacciato come biodegradabile in realtà è fasullo>.

 

 

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