All’agricoltua piemontese, e in particolare alla risicoltura, è venuto a mancare un miliardo e 250 mila metri cubi di acqua. Lo ha sottolineato Mario Fossati, direttore generale di Est Sesia, il più grande consorzio irriguo italiano (quest’anno ha compiuto il secolo di vita), durante il convegno organizzato da Cia Alessandria (Confederazione agricoltori italiani) al castello di Casale Monferrato (AL). Sono dati aggiornati di Arpa: la portata di acqua disponibile per i campi è stata di 227 milioni di metricubi a fine stagione, quando la portata ordinaria è di un miliardo e 750 milioni. Il deflusso minimo del Po è stato il più basso degli ultimi 65 anni. Fossati suggerisce di rimpinguare le falde con la sommersione invernale, sfruttare le risorse del Pnrr per le opere infrastrutturali e migliorare le reti idriche. Al convegno sono intervenuti, oltre a agricoltori e dirigenti Cia, il presidente Cia zonale Marco Deambrogio, il presidente regionale Gabriele Carenini, il sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi, i parlamentari Enzo Amish e Riccardo Molinari, Marco Protopapa assessore regionale all’agricoltura.
Manrico Brustia, responsabile settore riso Cia Piemonte, ha proposto soluzioni quali un maggior rilascio dei bacini idroelettrici, la sommersione invernale per ricaricare la falda, gli invasi, senza nascondere le criticità riscontrate dalla pianificazione di alcune misure di Psr e Pac (Farm to fork, set aside) e il nuovo rischio delle importazioni. Paolo Carrà, presidente Ente Nazionale Risi, ha auspicato una svolta in fatto di burocrazia e gestione dell’emergenza: i dati mostrano che sono stati persi 3 mila ettari di risaie nel Novarese e 23 mila in Lomellina. Il discorso – ha commentato – deve essere affrontato a Bruxelles a livello europeo, anche sulle importazioni dal Sudest asiatico. Protopapa ha spiegato la differenza riscontrata tra i territori del Piemonte e le risorse destinate dalla Regione per il prossimo Psr, che non devono trascurare la gestione degli impianti e le semine in sommersione. Inoltre l’assessore ha ribadito il ruolo del Piemonte e della Lombardia nei confronti dell’Italia per il settopre risicolo: le due regioni coprono infatti da sole la quasi totalità della produzione nazionale.
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