Ormai è corsa contro il tempo. A metà maggio nelle del Piemonte (Cuneese in particolare) si inizierà la raccolta della frutta. A settembre, la vendemmia. Ma i lavoratori stagionali stranieri (si calcola siano circa 25 mila) non ci sono. Chi era in Italia prima del Coronavirus si è affrettato a tornare nei loro paesi (Romania soprattutto). Gli altri, rimasti a casa, non vogliono rischiare. Aziende, amministratori, mondo dela trasformazione, sono in allarme: si teme per la stragione della raccolta. Per questo due assessori della Regione Piemonte, Elena Chiorino (Lavoro) e Marco Protopapa (Agricoltura e cibo) sono intervenuti con un appello ai ministri Nunzia Catalfo e Teresa Bellanova.
«Più soldi per la cassa in deroga, sostegno al reddito per i lavoratori intermittenti, coinvolgimento dei disoccupati italiani e di coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza per far fronte alle necessità del comparto agricolo, soprattutto in vista della stagione della raccolta». Questa la richiesta.
«In primo luogo – spiega Chiorino – ho segnalato con una lettera al ministro Catalfo che dai dati ad oggi in nostro possesso e considerata anche l’assegnazione prevista nel secondo riparto, il Piemonte ha ancora risorse per soli 15 giorni lavorativi ai ritmi attuali di presentazione delle domande per la cassa in deroga. Gli stessi dati dimostrano che, per garantire le 9 settimane di copertura, al Piemonte mancano 141 milioni di euro, per coprire il fabbisogno totale di 315 milioni di euro. Ho inoltre sottolineato la necessità di avere maggiore chiarezza per quanto riguarda le misure di sostegno al reddito per i lavoratori intermittenti, che pare siano coperti solo in parte in base alle normative vigenti. Essendo una categoria di lavoro precario, ritengo vadano sostenuti in modo completo e senza lasciare indietro nessuno».
«Urgente esigenza – prosegue l’assessore Protopapa – è inoltre quella, da parte del comparto agricolo italiano, di circa 250 mila lavoratori necessari per fronteggiare la stagione della raccolta. Durante un incontro svoltosi con il ministro Bellanova, è emersa l’opportunità di valutare il coinvolgimento di tutti quei cittadini italiani che si sono trovati improvvisamente senza occupazione e che, in alcuni casi, non possono godere nemeno delle tutele e del supporto necessario per far fronte al periodo di lockdown”.
«Bellanova – conclude Protopapa – ha convenuto che l’utilizzo di manodopera italiana, peraltro, comporterebbe indubbi vantaggi sia per i lavoratori che per le imprese. Per i lavoratori, che potrebbero accedere a un impiego, seppur temporaneo, in grado di garantire un reddito in questo difficile periodo. Per le imprese agricole, che potrebbero contare su un’importante iniezione di forza lavoro scongiurando l’eventualità di compromettere la fase del raccolto, determinante per tutta l’economia agricola».
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