Una mostra e un video dedicati alla risaia celebrata da Sebastiano Vassalli. L’autore de “La Chimera”, scomparso nell’estate 2015, aveva scritto la maggior parte delle sue opere alla “Marangana”, la residenza immersa nello scenario orizzontale della pianura novarese.
La rassegna artistica è nella sala Marescalchi di Casale Monferrato. S’intitola “Belio: il paesaggio della Chimera, omaggio a Sebastiano Vassalli”, presentata da Giuseppina Baino Bozzola e Paola Todeschino Vassalli.
Belio (Elio Bozzola di Galliate (Novara), che ci ha lasciati due anni fa, era amico e collega di insegnamento dello scrittore. Entrambi condividevano un amore sconfinato per la terra che li ospitava. Nel 2019 Belio gli volle dedicare un omaggio, con una mostra di dipinti che riproponessero il mondo della risaia: era allestita nelle sale del Broletto di Novara, a cura di Emiliana Mongiat. Ora la stessa rassegna è stata catalogata a Casale Monferrato, la città dove Vassalli si spense, lontano dai riflettori dai quali rifuggiva, accanto la moglie Paola.
La mostra di Belio ci riporta a quel paesaggio richiamato dallo scrittore nelle sue storie, esaltato la prima volta nella “Chimera”. Quel “nulla” osservato dalle finestre, sullo sfondo il Monte Rosa (il “macigno bianco” come lui lo definiva), faceva parte della sua vita, lo amava profondamente, lo ispirava. Niente e silenzio, un tutt’uno rotto soltanto dallo sfrecciare di un’avifauna tipica della risaia: nitticore, aironi, garzette. Ma anche Ibis del Nilo, che hanno macinato chilometri approdando infine nel Novarese, come fosse terra promessa. Il paesaggio descritto da Sebastiano Vassalli è rimasto intatto, avvolge ancora la casa della Marangana, ora museo permanente.
Paola Todeschino Vassalli ne è diventata curatrice, con l’aiuto e la spinta del Centro Novarese di Studi Letterari di Roberto Cicala. La rivisitazione di tanti anni dedicati allo scrivere di un uomo di cultura che ha lasciato un segno profondo nella letteratura del ‘900, incarnando anche il ruolo di promotore di un territorio la cui anima affonda appunto nelle radici nella risaia: è stato testimone della trasformazione del paesaggio, che attorno a lui assumeva connotazioni diverse a seconda delle stagioni e delle lavorazioni dell’uomo modellatore dei campi. Così aveva assistito alla transizione dell’agricoltura, dalla presenza delle mondariso sino all’avvento della “precision farming”, con i laser, i droni e la guida Gps.
“Il lavoro di catalogazione dei libri – dice Paola – è praticamente terminato. La biblioteca di Sebastiano è dotata di 5 mila volumi, ai quali occorre aggiungere i libri ancora conservati nella libreria del giardino e le opere scritte da Sebastiano. La Marangana è così diventata un centro di consultazione al quale possono attingere ricercatori e soprattutto studenti per le loro tesi”.
In questo contesto si è sviluppato anche il rapporto con cinque ragazzi del Politecnico di Milano, che hanno indirizzato i loro studi su questo angolo di risaia. Orientamento abbastanza insolito per universitari che frequentano una facoltà non umanistica. Invece i futuri ingegneri hanno optato per Vassalli e la terra degli aironi per realizzare, con nuove tecniche multimediali, un video dal titolo “Una finestra sul nulla”. Un “virtual tour letterario” che ripercorre i luoghi cari allo scrittore, con le sue parole, ma anche con le immagini e riferimenti georeferenziati: oltre alla Marangana, i campi, la piccola chiesa della Madonna del Latte di Gionzana, Casa Bossi a Novara (il “Cuore di Pietra” titolo di uno dei suoi romanzi più noti). Gli studenti, che miravano a un video che privilegiasse le caratteristiche tecniche e digitali, in realtà hanno realizzato un’opera che esalta il pensiero e la forte empatia di Vassalli per il territorio. Un amore che ha coinvolto anche gli autori.
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