di Gianfranco Quaglia
Radetzky avrebbe fatto suonare la marcia a lui dedicata per far sentire la voce dei risicoltori. Lui, che oltre a essere Maresciallo alla guida dell’esercito austriaco, fu anche risicoltore, avendo sposato la contessa Francesca Strassoldo di Udine, con possedimenti nel Veronese, in particolare a Vigasio, oggi fra le terre del Vialone Nano. Ed è proprio da quelle terre che arriva, a suon di carica, l’invito a fare squadra tra Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, per arginare l’invasione di riso asiatico e frenare le concessioni, vedi l’ultima al Vietnam, con la possibilità di esportare in Europa cereale a dazio zero. La sveglia arriva dall’assessore veneto all’Agricoltura, Giuseppe Pan, che lancia un appello ai colleghi delle altre Regioni: <Il Vialone nano veronese e l’altrettanto pregiato riso del Delta del Po, sono sotto scacco. I produttori del Vietnam e del Sudest asiatico, grazie ad un sistema preferenziale a dazio zero, potranno mandare fuori mercato una coltura storica del Veronese e del Rodigino>. In questa calda estate Pan prende le difese delle 130 aziende venete specializzate nella coltura del cereale delle risorgive, con un potenziale produttivo di 18 mila tonnellate di chicchi selezionati, e fa appello a Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna per un’azione congiunta che sensibilizzi il Ministero alle politiche agricole sulla necessità di rivedere le norme di commercializzazione interna. “L’abolizione dei dazi prevista per le importazioni dai Paesi meno avanzati (PMA) come Vietnam, Cambogia e Myanmar – pronostica l’assessore – determinerà, nel mercato nazionale, la disponibilità di riso a prezzi ridotti, con riflessi drammatici per i nostri produttori, che non vedono riconoscere il giusto valore al proprio prodotto. Peraltro, tutto ciò amplifica il rischio di immissione nel mercato comunitario di riso non congruente con i principi di sostenibilità ambientale e sociale e delle produzioni agricole, cardini non solo della politica agricola comunitaria, ma anche degli accordi di scambio internazionali>.
Forse non tutto è perduto. Gli accordi internazionali sul commercio con il Vietnam sono ancora in fase di perfezionamento. Ecco perché – conclude Pan – Veneto, Lombardia, Emilia e Piemonte devono fare squadra e attuare la giusta pressione per rivedere le norme sulla commercializzazione interna del riso e salvare così un patrimonio di qualità agroalimentare apprezzato in tutto il mondo.
Intanto si allarga il fronte della mobilitazione e degli allarmi. Fulco Gallarati Scotti, presidente della Federazione nazionale riso di Confagricoltura: <Il contingente di 80 mila tonnellate concesso al Vietnam appesantisce ulteriormente una situazione resa già difficilissima dalla crescita esponenziale delle importazioni. In questo modo nel 2016 arriveranno complessivamente nell’Ue non meno di 500 mila tonnellate di riso asiatico esente dal dazio, a prezzi talmente bassi da mettere a rischio le vendite di riso italiano nel mercato europeo, dove il nostro Paese è leader con oltre 500 mila tonnellate commercializzate ogni anno, di cui 270 mila in diretta concorrenza con il cereale asiatico>.
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