De profundis per il glifosate (o glifosato), il prodotto fitosanitario il cui utilizzo è stato oggetto di un acceso dibattito in tutta Europa. In Italia il Ministero della Salute – Ufficio Sicurezza e Regolamentazione dei Prodotti Fitosanitari, ha disposto la revoca delle autorizzazioni all’immissione in commercio e modifica delle condizioni d’impiego di alcuni prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva Glifosate in attuazione del Reg. (UE) 2016/1313 della Commissione del 1/08/ 2016. Il divieto data dal 22 agosto. Il decreto ministeriale riguarda le aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” definiti dal D.L.vo 150/12 quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie. Si decreta inoltre la revoca dell’ autorizzazione all’impiego del Glifosate in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”. Si prevede l’ inserimento nella sezione delle prescrizioni supplementari dell’etichetta in caso di impieghi non agricoli, della seguente frase: “divieto, ai fini della protezione delle acque sotterranee,dell’uso non agricolo su: suoli contenenti una percentuale di sabbia superiore all’80%; aree vulnerabili e zone di rispetto, di cui all’art.93, comma 1 e all’art.94, comma 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152“. Infine, in cauda venenum, il Decreto ministeriale ordina la revoca, sempre dal 22 agosto 2016, della “autorizzazione all’immissione in commercio ed impiego dei prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosate ed il coformulante ammina di sego polietossilata (n. CAS 61791-26-2)”.
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