Dai boschi di larici la favola del digestivo ora è in bottiglia

Dai boschi di larici la favola del digestivo ora è in bottiglia

di Gianfranco Quaglia

E’ una startup che nasce nei boschi, a 1600 metri in Alta Val Chisone davanti al Parco Naturale della Val Troncea (provincia di Torino) quella proposta con coraggio da una coppia coniugi con tre bambini. Lei avvocato manager in uno studio commerciale, lui esperto nel settore dell’edilizia. Entrambi determinati nel lasciarsi alle spalle la città, due professioni ben avviate, per dedicarsi all’estrazione della linfa digestiva dalle piantagioni di larici. L’avvocato Claudia Giacomini e il geometra Paolo Cavallo, entrambi 37enni, hanno deciso di ritirarsi lassù, in mezzo alle conifere <<decidue>>, che in inverno perdono le foglie. Il legno di larice, per la sua robustezza e il colore rosso intenso, è da sempre apprezzato in edilizia e nei lavori di falegnameria. Ma l’albero possiede anche altre caratteristiche: i suoi estratti anche nell’antichità erano utilizzati per preparare infusi che curassero i disturbi dell’apparato gastroenterico.

Paolo non si era mai occupato di queste proprietà, ma tre anni fa si è ricordato che da bambino, cavalcando in quei boschi mentre faveva trekking con il nonno tra Pragelato e la Francia, notava incuiriosito gli adulti che estraevano dai larici un succo. <<Per me allora era misterioso, mi divevano che serviva per rinfrescare la bocca e favorire la digestione. Ebbene, ho voluto provare anch’io tentando un’infusione a freddo dall’estratto di composto da linfa elaborata e resina e da lì è partito tutto>>.

Poi un test con un gruppo di amici e il salto con la decisione di trasformare quell’abitudine in un lavoro vero, che poggia su basi scientifiche: <<Aiutato da mastri distillatori, in collaborazione con la Facoltàò di Farmacia dell’Università di Torino, nel 2015 abbiamo iniziato la prioma produzione di 493 litri, corrispondenti a 987 bottiglie. La linfa elaborata e la resina poresenti all’interno dei laricisono risorse molto rare, talvolta da un albero se ne ottiene la quantitàò sufficiente per produrre solo una bottiglia e altre volte da un intero bosco non se ne ricava nessuna>>.

Ma Paolo e Claudia nel frattempo hanno fatto partire l’impresa, Società Agricola Digestivo Larice, con il brand Lar-Ice, studiato a New York dall’artista Jill Malek che ha sposato l’iniziativa e messo a disposizione il suo talento. Aggiunge Paolo: <<Il legame del digestivo con il suo albero è così forte che abbiamo pensato di tradurlo rivestendo a mano le bottiglie con un sottile foglio in legno di vero larice che con il tempo assume il tipico colore rossiccio. Ogni bottiglia diventa un’opera d’arte unica e un’estensione dell’albero custode del suo nettare. Anche i tappi, naturalmente, sono in legno di larice>>:

Il procedimento per ottenere il digestivo è abbastanza lungo e complesso: s’incomincia a luglio con l’estrazione: la resina, prodotta nelle foglie e nella corteccia, comntiene numerosi composti organici, tra i quali si ottengono gli oli essenziali, sottoposti a una accurata lavorazione. La clorofilla infine conferisce il tipico colore al digestivo, con riflessi verde oro. Il sommelier Massimo carosso: <<Consiglio di berlo refrigerato, il sapore è avvolgente, ha una delicata persistenza finale>>.

larice

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