“Da Riso Amaro al riso 5.0” Un corso per i giornalisti

di Gianfranco Quaglia

Come raccontare il mondo del riso? Esistono tante modalità: la storia, che parte da lontano,
dall’Oriente, arriva sino a noi attraverso Alessandro Magno e le popolazioni arabe; oppure il
cinema (il film “Riso Amaro” docet); le cronache che parlano di risicoltura made in Italy; la tv
che fa entrare nelle nostre case il grande circo della cucina spettacolare e la gastronomia
legata, appunto, anche alle ricette con il riso. Ma non sempre è una fotografia completa,
qualche volta è anche distorsiva o parziale, quando si tratta del rapporto risicoltura-ambiente,
relativo al consumo di acqua utilizzato nella coltivazione. Pochi sanno, ad esempio, che la risaia
produce un miracolo unico: l’acqua derivata dai canali e dai fiumi e immessa nel terreno non
viene sprecata, ma alimenta la falda freatica e produce una grande riserva sotterranea cui
attingere più volte. E che l’effetto-spugna preserva dalle alluvioni.
Il compito di diffondere queste conoscenze corrette è affidato agli operatori dell’informazione,
i giornalisti che producono le cronache attraverso carta stampata, testate online, radio, tv e
ogni altro mezzo di comunicazione. In questo senso si colloca l’iniziativa promossa dall’Ordine
dei Giornalisti del Piemonte e organizzata da Ente Nazionale Risi: un corso di formazione
riservato ai giornalisti (ma aperto anche al pubblico), per il conseguimento dei crediti formativi
obbligatori. Si svolgerà l’8 ottobre nell’aula magna della facoltà di Medicina dell’Università del
Piemonte Orientale, a Novara, vi Paolo Solaroli 17 (dalle 9 alle 13). Titolo: “Da Riso Amaro al
riso 5.0”. Un’opportunità per mettere a fuoco e trovare le parole giuste. Relatori la presidente
di Ente Risi, Natalia Bobba e il direttore generale Roberto Magnaghi; i ricercatori Marco
Romani, Filip Haxhari, Cinzia Simonelli, tutti del Centro Ricerche che ha sede a Castello
d’Agogna (in provincia di Pavia, vicino a Mortara). Un excursus che va dai giorni lontani delle
mondine in risaia, rese celebri dal film cult interpretato da Silvana Mangano nell’azienda
Veneria di Lignana (VC) sino all’era attuale della “precision farming”: laser, geomappatura,
droni, satelliti. Un salto epocale.
Nel pomeriggio visita facoltativa al Centro Ricerche, dove è custodita la più grande banca del
germoplasma d’Europa, con oltre 1700 varietà storiche.

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