Contraffatti e sbeffeggiati per 70 miliardi di euro

Contraffatti e sbeffeggiati per 70 miliardi di euro

SAM_1279Oltre 20 mila posti di lavoro in meno, minor introiti per lo Stato, risorse ha subito almeno una contraffazione di prodotti in Italia pari a circa 4 miliardi di euro. Questi i dati più impattanti che riguardano la contraffazione e il contrabando in Italia. Tema dibattuto al convegno organizzato da Confagricoltura e Fondazione Open nell’auditorium di Palazzo Italia a Expo.

Contraffatti e sbeffeggiati per 70 miliardi di euro

La fotografia dell’illegalità emerge in tutta la sua dimensione impressionante: su mille imprese agroalimentari con più di dieci addetti quasi un’azienda su due (il 41,8%): Nelle imprese con almeno 250 dipendenti il fenomeno cresce: tre quarti dichiarano di esserestate vittime di contraffazione. La contraffazione agroalimentare in Italia equivale a una produzione lecita di oltre tre miliardi di euro, corrispondnete a oltre 21 mila posti di lavoro ed è seconda solo a quella dell’abbgliamento. Tra i prodotti maggiormente violati: ini, oli, formaggi, mozzarella, salumi, miele e pasta.

Mario Guidi, presidente di Confagricoltura: «Stimiamo che i prodotti agroalimentari contraffati o allusivi al Made in Italy appresentino un mercato complessivo di oltre 70 miliardi di euro, di cui circa il 10% contrafftto, mentre circa 60 miliardi sono riconducibili al cosiddetto Italian Sounding».

Un latro aspetto della contraffazione del contrabbando: il tabacco. L’Italia è il primo Paese produttore d’Europa e 14° nel mondo. Ma inquesto settore il contrabbando, fortemente in crescita, provoca una diminuzione di ftturato stimata in circa 215 milioni di euro all’anno, con 770 milioni di mancati introiti fiscali per lo Stato.

Moderata da Alessandro Plateroti (vicedirettore Sole 24Ore) alla conferenza hanno partecipato Adrio De Carolis (ad SWG),Giovanni Legnini, vicepresidente Consiglio superiore della Magistratura, Maurizio Bernardo, presidente della Commissione Finanze della Camera, i sottosegretari Simona Vicari e Paola De Micheli. Nella conclusioni, il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ha ricordato l’impegno di 15 mesi di dicastero: «Abbiamo rafforzato le attività di controllo, circa 200 mila, il nostro è uno dei sistemi più forti sotto il profilo qualitativa e quantitativo, tanto che la Commissione Ue bha verificato che siamo di sopra di qualsiasi standard europeo. La vera sfida sta a monte: nel gennaio 2016 entrerà in azione il registro unico di controlli delle imprese in agricoltura e non dovrà essere un’innovazione solo sulla carta. Ma non sempre è facile all’estero, spesso i risultati si ottengono dopo trattative lunghe con gli altri Paesi».

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