Prima un titolo pubblicato su un quotidiano nazionale, al quale ha ribattuto con forzsa l’Associzione Irrigua Est Sesia. Ora un altro titolo apparso su una testata online locale di Novara, che denuncia un abbassamento dei livelli del lago Maggiore e segnala come “…principale causa la necessità di portare più acqua alla pianura per le coltivazioni”.
L’articolo offre lo spunto per un’altra reazione, questa volta di Confagricoltura Novara Verbano Cusio Ossola, che ha diffuso una nota per controbattere: “Emerge ancora una volta l’errato concetto di considerare gli utilizzi di acqua da parte delle colture agricole in termini di volumi assoluti e non di flussi, mantenendo così in capo alla agricoltura irrigua la nomea di “sperperatrice” di preziosa risorsa irrigua”.
La nota prosegue: “Parlando di consumi idrici in agricoltura e parlando di pianura novarese, diventa quindi quasi naturale fare riferimento alla coltura irrigua per eccellenza: il riso, ancora una volta accusato di eccessivo consumo di acqua proprio in un periodo in cui l’acqua scarseggia e non solo per il comparto agricolo. La risaia, infatti, grazie alla possibilità di riutilizzo per più volte delle medesima acque e della restituzione finale in Po, rappresenta la coltura che meglio di ogni altra ottimizza l’uso delle risorsa idrica con tecniche di irrigazione tradizionali”.
Insomma, le affermazioni secondo le quali la risaia è la principale causa dello spreco d’acqua rappresenta una “fake news”, una falsa notizia e appartiene all’area delle post-verità. Questo vuole dire Confagricoltura, che prosegue nella nota: “Il meccanismo di funzionamento del sistema è facilmente schematizzabile: le acque prelevate dai fiumi vengono tradotte dalla rete dei canali ad un primo utilizzo per la sommersione di una prima fascia di terreni a risaia. Immediatamente dopo le medesime portate sommergono altre porzioni di territorio e, nel contempo, si attiva il recupero e successivo riutilizzo sia delle cosiddette colature superficiali, sia delle acque percolate in falda (che vengono riprese dalla rete di fontanili e canali drenanti), consentendo così il riuso per più volte delle medesime acque per la sommersione e per il mantenimento di altre risaie più a valle. Inoltre preme segnalare la difficoltà delle aziende agricole di produrre senza acqua. L’agricoltura opera su sistemi viventi che come tali necessitano di risorsa idrica per potersi sviluppare e arrivare all’ottenimento di un prodotto che sarà destinato all’alimentazione animale o umana. Non si può continuare a vivere nel controsenso di denunciare l’agricoltura come sperperatrice di risorse idriche e allo stesso tempo richiedere prodotto alimentare italiano di qualità e libero da modificazioni di natura genica”.
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