L’agricoltore del futuro dovrà essere “green e digitale”. Sono le due parole chiave della nuova Pac (Politica agricola comune) e che faranno da sfondo anche alla risicoltura. Coldiretti Novara-Vco e Vercelli-Biella, con i due presidenti Sara Baudo e Paolo Dellarole, hanno tenuto un “webinar” su “Pac post 2020, evoluzione e nuove prospettive” con un focus sul riso. Green Deal, Next Generation Ue, Farm to fork (dalla fattoria al consumatore): questo le scenario nel quale la risicoltura italiana, prima in Europa, dovrà muoversi, tenendo conto che il 40 per cento delle risorse Pac destinate all’agricoltura sarà subordinato a una politica che avrà come obiettivo la salvaguardia dell’ambiente. Il riso va in questa direzione, come è stato sottolineato da Franco Ramello (responsabile area economica Coldiretti Piemonte), e Paolo Magaraggia (relazioni con le istituzioni Ue Coldiretti a Bruxelles). La risaia, infatti, viene considerata “greening conforme”. Non deve sottostare alle limitazioni imposte dalla futura Pac, che vincolano l’agricoltore al ricorso alle rotazioni con altri seminativi. Ma proprio perché è un habitat equilibratore dell’ambiente e della biodiversità, il risicoltore che utilizzerà altre pratiche virtuose potrà ottenere ulteriori bonus finanziati da Bruxelles. Emanuele Occhi (area economica Coldiretti Nazionale) e Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti Piemonte hanno tuttavia messo l’accento sul vero problema, il mercato. La clausola di salvaguardia che blocca l’arrivo di riso dalla Cambogia a dazio zero scadrà a fine 2021, il Myanmar continua a esportare cereale tipo japonica (il medesimo coltivato in Italia) nell’Ue. “Per garantire un equilibrio dei prezzi – ha ricordato Moncalvo – occorre intensificare gli accordi di filiera agricoltori-industria, come Coldiretti ha fatto con Riso Gallo e Parboriz”.
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