Il sistema irriguo del Piemonte rappresenta un esempio di eccellenza nella gestione delle risorse idriche, essenziale per supportare l’agricoltura regionale e affrontare le sfide del cambiamento climatico. Ma c’è ancora molto da realizzare per il contrasto al “climate change”. E’ quanto emerso durante l’incontro stampa, moderato da Ercole Zuccaro, nella sala Trasparenza della Regione Piemonte, su “Il cambiamento climatico e il futuro dell’agricoltura italiana: il ruolo dei consorzi bonifica”, organizzata da ANBI Piemonte (Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue).
“Assicurare acqua all’agricoltura è fondamentale per garantire cibo ai cittadini, in un contesto nel quale i cambiamenti climatici richiedono interventi strategici e sostenibili. – ha dichiarato il presidente di ANBI Piemonte Vittorio Viora – La costruzione di nuovi bacini di accumulo è una priorità per fronteggiare la siccità e regolare le risorse idriche in modo efficiente. È essenziale inoltre contemperare le regole sul deflusso ecologico con le necessità produttive, riconoscendo il ruolo centrale dell’agricoltura nella sicurezza alimentare globale. Solo attraverso un approccio integrato, che includa innovazione tecnologica e investimenti mirati, potremo garantire un’agricoltura resiliente e un uso responsabile delle risorse idriche, a beneficio delle comunità e dell’ambiente. L’84 per cento della produzione irrigua ha bisogno di acqua ed è dimostrato che una cultura irrigua produce il 30% in più di tutte le altre. Non dimentichiamo mai che l’agroalimentare italiano vale 600 miliardi. Il tema è sempre: stoccare l’acqua piovana attraverso invasi, vasche di laminazione, serbatoi. Non solo: in Piemonte molti dei 60 bacini sono da ripulire, malgrado i costi”.
Il presidente di ANBI Piemonte Vittorio Viora, l’assessore regionale all’Agricoltura Paolo Bongioanni, il direttore di ANBI Piemonte Mario Fossati e il vicepresidente della Commissione Attività Produttive del Senato Giorgio Maria Bergesio hanno presentato i dati fondamentali: il sistema irriguo piemontese conta su oltre 20.000 km di canali che forniscono acqua a 500.000 ettari di terreni agricoli. Negli ultimi cinque anni, sono stati investiti 500 milioni di euro in nuove infrastrutture e manutenzioni straordinarie. Inoltre, il Po, con un volume annuo di 14,5 miliardi di m³, è una risorsa cruciale per il territorio, pur evidenziando una portata variabile dovuta agli impatti climatici.
“Investire in infrastrutture moderne è indispensabile per affrontare i cambiamenti climatici e garantire sicurezza idrica all’agricoltura, settore strategico per l’economia e la sicurezza alimentare, ha dichiarato il senatore Giorgio Bergesio, vicepresidente ANBI Piemonte. Il mio impegno a livello legislativo è volto a promuovere tutte le opportunità per attivare risorse utili al settore. Abbiamo istituito una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio, presieduta da un commissario straordinario, incaricato di adottare interventi urgenti per affrontare la scarsità idrica. Da questo provvedimento è nato il Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico (PNISSI). Il primo bando ha visto la presentazione di 562 richieste di finanziamento per un valore complessivo di oltre 13,5 miliardi di euro; 418 progetti sono stati giudicati positivamente, con un primo stralcio di finanziamenti di 900 milioni di euro nel 2024. Grazie alla recente Legge di Bilancio – ha concluso Bergesio – ulteriori 750 milioni di euro sono stati stanziati e saranno disponibili nei prossimi anni”.
L’assessore regionale all’agricoltura Paolo Bongiovanni: “L’estrema attualità delle sfide climatiche ha reso per il sistema Piemonte più che mai necessario, opportuno e obbligato andare a vedere e decidere come dovremo gestire nei prossimi anni una risorsa fondamentale come quella idrica. Ho avviato il confronto con regioni vicine come la Lombardia e il Veneto, che adottano sistemi di gestione diversi da quello vigente in Piemonte: dobbiamo imparare da altre regioni che sono partite prima di noi e, per la gestione dell’acqua, hanno messo a punto altre forme di governance. È un percorso da scrivere insieme per studiare e poi adottare l’impostazione più efficace per il nostro territorio. La riorganizzazione del sistema irriguo e dei consorzi del Piemonte – ha aggiunto l’assessore Bongioanni – è una riforma che dobbiamo intraprendere per consegnare all’agricoltura piemontese, e non solo, un modello che sia competitivo per i prossimi anni”.
Una delle opere ritenute indispensabili per la sopravvivenza e lo sviluppo della risaia di Baraggia biellese, dove si produce l’unica Dop italiana, è la costruzione della diga sul torrente Sessera, finalizzata all’accumulo di acqua non solo a scopo irriguo. Se ne discute da anni, con un braccio di ferro che pone di fronte agricoltori, abitanti e ambientalisti. “Abbiamo perso un’opportunità, la politica deve prendersi responsabilità e andare avanti” ha risposto alla domanda l’assessore Bongioanni. Sull’iter del progetto sono intervenuti Mario Fossati e Paolo Cumino, funzionario dell’assessorato regionale all’agricoltura: “Potrebbe stoccare sino a 12 milioni di metri cubi – ha detto Cumino – e il costo si aggira sui 143 milioni. Ma siamo ancora nella fase istruttoria. Alla fine del 2023 il progetto era al primo posto nella graduatoria degli interventi, seguito da quello di Serra degli Ulivi. E al sesto nella graduatoria nazionale”.
Nella foto: Mario Fossati, Vittorio Viora, Paolo Bongioanni
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